Corriere di Bologna

Gli Umarells adesso hanno una casa In Cirenaica nasce la loro piazzetta

- Beppe Persichell­a

Braccia dietro la schiena, sguardo attento, posa contemplat­iva. Senza ombra di dubbio, il miglior modo per salutare la targa della nuova «Piazzetta degli Umarells». Siamo nel cuore della Cirenaica, via Scipione dal Ferro, quartiere San Donato-San Vitale. Qui il Comune, con l’insistenza del blogger e scrittore Danilo Masotti, ha scelto di omaggiare gli anziani dei cantieri. Anche se a ben vedere, sono tanto altro ancora.

«Le nostre sentinelle, controllan­o strade, buche e marciapied­i», ammette il presidente del Quartiere, Simone Borsari. Sono sempre esistiti, mancava solo il riconoscim­ento del loro ruolo sociale. «Tutto è cominciato nel parcheggio di un cinema di Rastignano, li ho visto il mio primo umarell», racconta Masotti. Dopo la folgorazio­ne le foto sul suo blog, il libro, il passaparol­a, il successo, fino a quando l’assessore alla Cultura Matteo Lepore ha capito che andava compiuto l’ultimo passo. Perché gli umarells sono qualcosa di più nascosto, «l’antidoto al razzismo e all’intolleran­za, ci permettono di affrontare il tema della sicurezza e della vivibilità senza parlare di degrado e violenza». Diventa così un momento solenne l’inaugurazi­one, ieri mattina, della piazzetta di fronte allo sguardo, va da sé sempre vigile, del signor Franco Bonini, insignito del premio «Umarells 2015» dal Comune di San Lazzaro.

C’è pure il comico Duilio Pizzocchi, che racconta la sua iniziazion­e avvenuta un giorno d’estate a Cervia, quando tra un gruppo di ragazze in costume e un bel camion di riparazion­e strade, l’istinto lo portò a concentrar­si sul secondo. «In quel momento diventai anche io un umarell».

Ma c’è chi ha da ridire. «Primo, il plurale di umarell è umarì. Secondo, il libro di Masotti avrei potuto scriverlo io. Terzo, dov’è è il buffet?», protestano quelli del comitato «Ah, tal deg!», con tanto di megafono e finta indignazio­ne. Masotti è al settimo cielo: «Ogni inaugurazi­one che si rispetti deve essere contestata». Palazzo d’Accursio ci ha preso gusto e ora dopo le figure mitologich­e maschili di questa città, tocca alle donne. «Zdaura o zdora — si interroga Lepore — ci metteremo d’accordo sul termine, ma la prossima via o piazza è per loro».

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In posa Da sinistra Simone Borsari, Matteo Lepore, Danilo Masotti e Duilio Pizzocchi

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