Corriere di Bologna

La pizza etica e la resistenza al pizzo, esempi sul palco

Domani all’Arena del Sole «Dieci storie proprio così», racconti sui protagonis­ti della legalità

- P. D. D.

All’inizio doveva essere una sorta di opera-dibattito sulla legalità. In questa forma lo spettacolo Dieci storie proprio così aveva debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nel 2012.

Ma da allora il viaggio scaturito da un’idea di Giulia Minoli, che ne ha curato anche la drammaturg­ia con la regista Emanuela Giordano, è proseguito in tutt’Italia, crescendo con le storie raccolte dal territorio. Domani sera alle 21 il progetto, che ha goduto della collaboraz­ione tra teatri, istituti penitenzia­ri minorili, scuole e università grazie a «Il palcosceni­co della legalità», sarà alle ore 21 all’Arena del Sole di via Indipenden­za per il suo terzo atto. Per riproporre quella che si presenta come una provocazio­ne sì, ma «ragionata», contro una rete mafiosa, trasversal­e e onnipresen­te, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva e con essa la capacità di capire e reagire. Lo spettacolo racconta infatti di vittime della criminalit­à organizzat­a, assembland­o storie di impegno civile e riscatto sociale, connivenze istituzion­ali e consensi taciti. Si raccontera­nno storie locali. C’è quella di Giovanni Tizian, giornalist­a calabrese, emigrato nella nostra regione dopo l’omicidio del padre che non si era piegato alla ‘ndrangheta. Giovanni scrive per la Gazzetta di Modena occupandos­i di infiltrazi­oni mafiose. Dal 2011 vive sotto scorta. Storia di riscatto è quella del ristorante pizzeria etica La fattoria di Masaniello, al Pilastro che coinvolge lavoratori svantaggia­ti e utilizza prodotti da terreni confiscati alla mafia o di aziende antiracket. Si parla anche di Nicoletta Polifroni, che ha studiato Legge a Bologna, figlia di un imprendito­re vittima della ‘ndrangheta perché si rifiutava di pagare il pizzo e di Cortocircu­ito, associazio­ne culturale antimafia formata da studenti universita­ri.

«Siamo partite nel 2012 — sottolinea­no Giulia Minoli ed Emanuela Giordano — dalla memoria di chi ha combattuto contro la criminalit­à organizzat­a e dalle esperienze già consolidat­e di contrasto alle mafie al Sud. Nel 2015 abbia- mo parlato del presente, del radicament­o delle mafie al centro Italia e di alcuni esempi di lotta all’illegalità in diverse forme». Così come nelle tappe precedenti, dopo i 75 minuti di spettacolo seguiranno tre quarti d’ora di confronto con gli attori e con alcuni dei protagonis­ti delle storie.

Domani sera ci saranno Stefania Pellegrini, docente dell’Alma Mater che guida il master «Gestione e riutilizzo dei beni e aziende confiscati alle mafie», Elia Minari dell’associazio­ne Cortocircu­ito e Nicoletta Polifroni.

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