ANDARE OLTRE L’ORIZZONTE
Valorizzare i tesori dei nostri musei raccontando storie inedite: è la strategia del presidente dell’Istituzione Musei illustrata in una recente intervista a Luciana Cavina sul nostro giornale. Dalle narrazioni supportate da tecnologie che creano ambienti di realtà virtuale dove immergersi, Roberto Grandi si attende fioriscano nuovi modi di fruizione e socializzazione delle opere dell’ingegno. Gli stessi visitatori potrebbero lasciare un ritratto emozionale, un’annotazione soggettiva direttamente laddove l’opera d’arte è esposta, interagendo digitalmente con essa. Non è uno scenario onirico, ma un dato di fatto reale. Dall’esibizione presso l’Abbazia di San Gregorio a Venezia dell’opera del Canaletto «L’entrata nel Canal Grande dalla Basilica della Salute», la rivoluzione narrativa che coniuga arte e tecnologia è in cammino per offrire al visitatore un’esperienza di esplorazione interattiva. L’esperimento promosso da Grandi è una sfida lanciata ai creatori di storie. Costoro sono chiamati ad adottare un approccio transdisciplinare al loro avventurarsi nell’ignoto, a osservare il mondo dell’arte oltre l’orizzonte visibile. Discontinuità, casualità, scoperta e rottura sono gli stimolatori dei loro quadri narrativi. Al pari della «Fata ignorante» di René Magritte, il ritratto di una persona che rappresenta la promessa di una nuova conoscenza, al narratore è richiesto di percepire in sé un creatore intenzionalmente alla ricerca di alternative a percorsi già avviati. Le lenti da inforcare sono quelle che esaltano l’immaginazione.
All’ideazione di trame avvincenti intorno alle opere d’arte non può sottrarsi la scuola che favorisce l’apprendimento dotandosi di laboratori in cui gli studenti possano mettere in scena pensieri creativi e motivare le loro passioni. Riandando con il pensiero ad Einstein, la comunità bolognese trarrà un vantaggio competitivo dal suo ricco patrimonio d’arte «non dal modo in cui le sue scuole insegnano la tavola pitagorica e la tavola periodica, ma dal modo in cui stimolano l’immaginazione e la creatività». Piccoli narratori crescono se non sono educati, come scriveva il giornalista Tiziano Terzani, a comportarsi alla stregua di «piccole foche ammaestrate». Né va trascutato che le storie prefigurate da Grandi sono un filo capace di legare la rivoluzione narrativa con la rivoluzione della conoscenza, entrambe ricche sorgenti d’imprenditorialità innovativa.