Corriere di Bologna

Zuppi fra gli applausi del centro sociale

Tpo, ecco il vescovo: «Parlare non significa essere uguali. Le parole del Papa ci uniscono»

- di Olivio Romanini

Il vescovo Zuppi arriva puntuale al Tpo ma non entra dalla porta principale dove lo aspettano giornalist­i e fotografi. Chiarisce subito che «parlare non vuol dire diventare uguali», poi parla del libro di Francesco, spiega che le pagine del Papa «insegnano a spezzare la tragedia dell’iniquità e a dare speranza ai poveri». E scatta l’applauso del centro sociale.

La prima volta del vescovo Matteo Zuppi al Tpo, il centro sociale di via Casarini, comincia in punta di piedi.

I fotografi lo aspettano fuori dall’entrata principale ma lui entra da un’altra porta e va subito al suo posto e si schermisce quasi quando i cronisti gli chiedono se stasera vuole mandare un segnale. “No, non voglio mandare nessun segnale, per me è normale parlare con tutti”. A sentirlo ci sono giovani, migranti, seduto vicino a lui c’è Meco Mucignat attivista storico del Tpo, arriva a salutarlo Gianmarco De Pieri, leader dei centri sociali con qualche disavventu­ra giudiziari­a in passato a causa delle sue lotte sociali. Ma anche Zuppi sa che in questo incontro c’è qualcosa di nuovo, una convergenz­a impensabil­e solo qualche anno fa. Che cosa unisce allora davvero il centro sociale di via Casarini e il vescovo? “Probabilme­nte le parole di Papa Francesco” dice Zuppi. Infatti l’argomento della serata è un libro “Terra, casa, lavoro” che riunisce tre discorsi di Papa Francesco con i movimenti popolari in giro per il mondo, edito da Il Manifesto. A dialogare con Zuppi ci sono anche Luciana Castellina, giornalist­a e fondatrice del Manifesto e il curatore del testo, Alessandro Santagata. In platea c’è l’assessore comunale Matteo Lepore con il suo collega di giunta al bilancio, Davide Conte, la consiglier­a comunale Amelia Frascaroli e molte vecchie facce della sinistra bolognese che per una sera si ritrovano per sentire parlare un prete. Per la parte più conservatr­ice della Chiesa quello del Tpo con Zuppi è l’incontro tra il diavolo e l’acqua santa ma il vescovo dice di non averle sentite proprio le critiche. Si vola alto nella discussion­e e si passa da Togliatti a Papa Giovanni XXIII, dal marxismo ai beni comuni, da Lenin a Gramsci. Quando tocca a Zuppi prendere la parola si fa un po’ più di silenzio in sala e chi sta bevendo al bar posa il bicchiere. “Se parlare fa notizia è veramente preoccupan­te -comincia Zuppi riferendos­i all’eco mediatico che ha avuto la sua visita- siamo messi male. Bisogna aggiornare le geografie, siamo antichi e parlare non significa diventare uguali. Se parli con tutti costringi tutti a riparlare con tutti. Proprio perché siamo liberi da qualunque strumental­ità siamo qua”. Cita passaggi dei discorsi del Papa, li interpreta, si emoziona e non perde mai o quasi l’attenzione della platea abituata a ben altri discorsi e ad altri tipi di serate. E quando chiude il suo primo giro dicendo che Il libro che raccoglie i discorsi del Papa “insegna a spezzare la tragedia dell’iniquità e a dare speranza ai poveri” si prende un lungo applauso. Il primo applauso di un centro sociale ad un vescovo a Bologna. Chiuso il primo giro di interventi, il microfono passa al pubblico ed è un giro senza rete dove non mancano le critiche ma Zuppi non fa una piega e ascolta pazienteme­nte anche i discorsi più teorici, per usare un eufemismo.

Nei giorni scorsi riferendos­i a chi si stupiva del fatto che un vescovo varcasse per la prima volta la soglia di un centro sociale Zuppi ha fatto l’esempio dei farisei che si indignavan­o perché Gesù mangiava con i peccatori ed è probabile che il suo messaggio sia passato, che le sue parole siano state comprese. La sua ossessione positiva è un verbo che ritorna spesso nelle sue parole: ricucire. Che cosa? La città, i rapporti tra le persone, la società. Ma è anche vero che Il dialogo avviato ieri sera con i centri sociali e’ anche un percorso che si snoda su un filo molto sottile. Sara’ interessan­te vedere come va a finire.

Premessa

Se parlare fa notizia è veramente preoccupan­te Bisogna aggiornare le geografie, siamo antichi

 ?? In cerchio ?? Il vescovo Zuppi con Luciana Castellina e Meco Mucignat al Tpo. In alto a sinistra l’arrivo al centro sociale
In cerchio Il vescovo Zuppi con Luciana Castellina e Meco Mucignat al Tpo. In alto a sinistra l’arrivo al centro sociale
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