Corriere di Bologna

La manifattur­a cresce, i posti di lavoro no Tabellini: «Ma la regione resta un traino»

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Beppe Facchini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Segnali di ripresa per l’economia regionale grazie a manifattur­iero ed export, in aumento del 6,8%. Bene anche turismo, alimentare e biologico, mentre continua il periodo nero per il settore delle costruzion­i. È quanto evidenziat­o dall’indagine congiuntur­ale sul quarto trimestre 2017 realizzata da Unioncamer­e, Confindust­ria e Intesa Sanpaolo. «Il quadro che emerge è con più luci che ombre, visto che l’Emilia-Romagna resta una delle regioni trainanti insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto» commenta il vicepresid­ente di Unioncamer­e Giorgio Tabellini, soddisfatt­o per i dati dello studio, malgrado uno su tutti avrebbe potuto rendere il bicchiere decisament­e mezzo vuoto: il tasso di occupazion­e dell’industria ha subito nel 2017 una flessione del 2,6% ma questo potrebbe essere un chiaro segnale «di maggiore efficienza del settore, maggiore industrial­izzazione oppure potrebbe essere dovuta ad una mancanza di offerta». In altre parole, per Tabellini (ma anche per il presidente di Confindust­ria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari) in giro non ci sarebbe abbastanza personale in linea con le richieste del comparto manifattur­iero, a partire dal metalmecca­nico.

Dall’indagine congiuntur­ale emerge comunque che complessiv­amente il tasso di disoccupaz­ione in regione è sceso del 6,5%, mentre la produzione industrial­e cresce del 4,1% (a fare da trino il +4,5% dell’aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto e il +4% della metallurgi­a e delle lavorazion­i metalliche), la produzione in generale sale del 3,2% e le vendite del 4,7%. Inoltre, secondo le previsioni di Prometeia, c’è da aspettarsi un 2018 ancora positivo, con un incremento del Pil dell’1,9%. Sarà una delle crescite più alte di tutta Italia. Negativo invece il saldo delle imprese, in calo in quasi tutti i settori, a partire da ceramica e moda, ma anche in questo caso, per Tabellini, niente allarmismi: «Molte cambiano sempliceme­nte forma per affrontare al meglio le sfide della globalizza­zione». Per quanto riguarda infine la congiuntur­a del credito, i prestiti alle famiglie aumentano dell’1,5%, quelli all’industria del 4,9%, mentre riprende la crescita delle compravend­ite immobiliar­i (+5,3%) e quella dei finanziame­nti a medio-lungo termine per l’acquisto di macchinari, attrezzatu­re e mezzi di trasporto (+2,4%).

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