La manifattura cresce, i posti di lavoro no Tabellini: «Ma la regione resta un traino»
Segnali di ripresa per l’economia regionale grazie a manifatturiero ed export, in aumento del 6,8%. Bene anche turismo, alimentare e biologico, mentre continua il periodo nero per il settore delle costruzioni. È quanto evidenziato dall’indagine congiunturale sul quarto trimestre 2017 realizzata da Unioncamere, Confindustria e Intesa Sanpaolo. «Il quadro che emerge è con più luci che ombre, visto che l’Emilia-Romagna resta una delle regioni trainanti insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto» commenta il vicepresidente di Unioncamere Giorgio Tabellini, soddisfatto per i dati dello studio, malgrado uno su tutti avrebbe potuto rendere il bicchiere decisamente mezzo vuoto: il tasso di occupazione dell’industria ha subito nel 2017 una flessione del 2,6% ma questo potrebbe essere un chiaro segnale «di maggiore efficienza del settore, maggiore industrializzazione oppure potrebbe essere dovuta ad una mancanza di offerta». In altre parole, per Tabellini (ma anche per il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari) in giro non ci sarebbe abbastanza personale in linea con le richieste del comparto manifatturiero, a partire dal metalmeccanico.
Dall’indagine congiunturale emerge comunque che complessivamente il tasso di disoccupazione in regione è sceso del 6,5%, mentre la produzione industriale cresce del 4,1% (a fare da trino il +4,5% dell’aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto e il +4% della metallurgia e delle lavorazioni metalliche), la produzione in generale sale del 3,2% e le vendite del 4,7%. Inoltre, secondo le previsioni di Prometeia, c’è da aspettarsi un 2018 ancora positivo, con un incremento del Pil dell’1,9%. Sarà una delle crescite più alte di tutta Italia. Negativo invece il saldo delle imprese, in calo in quasi tutti i settori, a partire da ceramica e moda, ma anche in questo caso, per Tabellini, niente allarmismi: «Molte cambiano semplicemente forma per affrontare al meglio le sfide della globalizzazione». Per quanto riguarda infine la congiuntura del credito, i prestiti alle famiglie aumentano dell’1,5%, quelli all’industria del 4,9%, mentre riprende la crescita delle compravendite immobiliari (+5,3%) e quella dei finanziamenti a medio-lungo termine per l’acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (+2,4%).