Corriere di Bologna

Prima o seconda, l’ultimo dilemma della Effe

Tutto aperto per l’atto finale: volata con Trieste, poi conta anche finire nella parte giusta

- Luca Aquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Enrico Schiavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tre partite imbattuto, anche se tra mille peripezie, Gianmarco Pozzecco alla guida di una Fortitudo che a un turno dalla fine è di nuovo agganciata a Trieste. Chi l’avrebbe mai detto: stesso bilancio 21-8, solo differenza canestri negativa, si decide tutto all’ultima giornata.

Piegata Piacenza facendo la stessa tremenda fatica di Roseto, ci sarebbe da capire il perché la Consultinv­est giochi solo a sprazzi, tendendo ad affidarsi sempre più ai veterani (oltre i 30 minuti Mancinelli-Cinciarini-Rosselli, imprescind­ibili), con l’unico americano ormai disperso (McCamey col Poz zero punti in 19’), la riscoperta di Pini (12/17 nelle ultime due), la sterilità dall’arco (21% da tre, Italiano fuori roster non aiuta) e molte altre questioni tecniche che però passano tutte in secondo piano, davanti a una classifica così.

La domanda che impazza, dopo la piega inaspettat­a presa dagli eventi, è tendenzios­a ma necessaria: conviene alla Fortitudo arrivare prima anziché seconda? Da settimane si diceva che il vero obiettivo era il secondo posto, cioè l’altra metà del tabellone di un probabile, sanguinoso TriesteTre­viso in semifinale. Teoria con pro e contro: De’ Longhi (già terza) e Alma sono certo da evitare, e se poi in finale andassero i trevigiani il fattore campo l’avrebbe la Effe, che comunque da seconda avrebbe una non facile semifinale fuori casa contro la prima dell’Ovest, probabilme­nte Casale Monferrato (domenica le basta difendere un +21 a Scafati). Insomma, il percorso della Virtus dell’anno scorso, ma ci sono ancora troppe variabili aperte per poterlo ipotizzare. Mentre chi arriva prima il vantaggio del campo ce l’ha sempre. A parte un dettaglio: se vanno in finale le due prime contano le vittorie (anche Casale è 21-8) e poi i punti fattisubit­i (piemontesi +116 sulla Effe) nella prima fase. «Calcoli e tabelle li facciamo tutti, inutile negarlo, poi però bisogna giocare senza farsene condiziona­re» aveva detto Pozzecco prima di Piacenza, spiegando di non pensare al tabellone dei playoff, ma alle singole partite. «Perdere mi dispiacere­bbe, sarebbe l’interruzio­ne di un processo di crescita tecnico, che io sto vedendo. Dobbiamo continuare a lavorare, giocare bene e basta».

C’è quindi da aspettarsi che domenica a Mantova, contro un’avversaria in disarmo (con Legion 2 vinte su 11), l’Aquila andrà a giocare una partita vera. «E poi perdere per convenienz­a porta tradiziona­lmente sfortuna» ha già fatto notare Pozzecco. Inoltre non è affatto sicuro che Trieste, per quanto in difficoltà, perda l’ultima a Porto San Giorgio, partita che tra l’altro decide pure i destini di Udine (temibile di questi tempi) e Verona, in ballo per i quarti contro le stesse Fortitudo e Trieste, prima o seconda che siano. Tutta da decifrare poi la classifica a Ovest, dove la maxi penalizzaz­ione a Reggio Calabria (ma c’è da aspettare il ricorso) ha stravolto le carte in tavola. A oggi negli ottavi la Fortitudo troverebbe di nuovo Agrigento, per la terza volta in tre anni di A2.

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