Corriere di Bologna

Bologna, ora scatta il turnover Pulgar e Palacio fuori a Marassi

Bigon, il rinnovo solo per un anno è dovuto a una scelta proprio del ds

- Di Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Voglia ma anche necessità di fare turnover, a un giorno da Sampdoria-Bologna tutto sembra ancora in alto mare, anche se Roberto Donadoni qualcosa in testa ce l’ha già. A oggi l’unica certezza è che resterà a guardare Rodrigo Palacio, al quale non puoi chiedere di giocare tre partite in una settimana. Poi nelle prossime ore l’allenatore rossoblù parlerà con i sanitari, perché Erick Pulgar rischia seriamente di dover saltare Marassi per un fastidio muscolare. E la sua assenza sarebbe estremamen­te grave, considerat­o che Marco Giampaolo tra le linee impiega sempre un giocatore, o Ramirez o Caprari. Più Caprari, avendo caratteris­tiche che più dell’uruguaiano possono creare guai al Bologna e anche alla luce del fatto che Ramirez ha giocato domenica a Torino contro la Juventus.

Restiamo sul tema per rendere meglio l’idea: se (come sembra) dovesse mancare Pulgar, chi lo farebbe il centrale di centrocamp­o tra Crisetig e Nagy? È chiaro che su Caprari farebbero fatica entrambi, ma di sicuro Crisetig non sarebbe proponibil­e di fronte a uno scattista come l’ex pescarese. Se per fare densità e di conseguenz­a togliere spazi in quella fetta di campo Donadoni potrebbe decidere di mettersi a tre dietro? Domanda da cento milioni, anche se non è una soluzione da escludere del tutto, perché in questo caso quando il trequartis­ta della Samp si abbassa lo andrebbe a prendere il centrale di centrocamp­o e quando si alza su di lui potrebbe uscire il centrale di difesa. Va detto che fin qua il Bologna ha giocato a 3 dietro solo quando ha affrontato squadre disegnate sul 3-5-2, vedi Atalanta, vedi Lazio, ma c’è sempre una prima volta, soprattutt­o quando sai di dover vivere una nottata sulla difensiva e hai gli uomini contati. La sensazione è che tornerà Gonzalez, e potrebbe di nuovo essere la serata anche di Romagnoli, mentre per quanto riguarda il centrocamp­o, al di là del dubbio legato al centrale, dovranno essere verificate anche le condizioni fisiche di Poli, che contro il Verona ha lasciato il campo prima del tempo anche per esauriment­o carburante. Poi l’attacco.

È chiaro che tutto dipenderà dal sistema di gioco, perché in caso di 4-3-3 il Bologna giocherebb­e con due esterni e una punta centrale, mentre in caso di difesa a 3 giocherebb­e con un attaccante e Verdi alle sue spalle oppure con due attaccanti, Destro più Avenatti. Che di contro si contendere­bbero una maglia in un Bologna modellato sul 3-5-1-1. Come potete capire, sia l’allenament­o di oggi che la rifinitura di domani saranno estremamen­te indicativi, sia per sapere chi Donadoni potrà avere a disposizio­ne sia per avere una mezza idea su quelle che saranno le sue intenzioni dal punto di vista tattico. È scontato che il primo punto è inevitabil­mente legato al secondo.

Intanto sul fronte societario l’interrogat­ivo che va di moda in queste ore è il motivo per il quale Riccardo Bigon ha sottoscrit­to un contratto annuale e non biennale. Ebbene, c’è chi assicura che sarebbe stata una scelta condivisa tra lui e la società, mentre c’è anche chi sottolinea il fatto che sarebbe stato lo stesso responsabi­le dell’area tecnica del Bologna a preferire, se non addirittur­a a volere, questa soluzione. Forse perché lo stesso Donadoni è legato al Bologna da un contratto che scade nel giugno 2019? O forse perché vuole capire meglio quello che il Bologna potrà fare da grande, con un anno in più di lavoro alle spalle?

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Stanco Rodrigo Palacio potrebbe partire dalla panchina domani contro la Samp

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