Bologna, ora scatta il turnover Pulgar e Palacio fuori a Marassi
Bigon, il rinnovo solo per un anno è dovuto a una scelta proprio del ds
Voglia ma anche necessità di fare turnover, a un giorno da Sampdoria-Bologna tutto sembra ancora in alto mare, anche se Roberto Donadoni qualcosa in testa ce l’ha già. A oggi l’unica certezza è che resterà a guardare Rodrigo Palacio, al quale non puoi chiedere di giocare tre partite in una settimana. Poi nelle prossime ore l’allenatore rossoblù parlerà con i sanitari, perché Erick Pulgar rischia seriamente di dover saltare Marassi per un fastidio muscolare. E la sua assenza sarebbe estremamente grave, considerato che Marco Giampaolo tra le linee impiega sempre un giocatore, o Ramirez o Caprari. Più Caprari, avendo caratteristiche che più dell’uruguaiano possono creare guai al Bologna e anche alla luce del fatto che Ramirez ha giocato domenica a Torino contro la Juventus.
Restiamo sul tema per rendere meglio l’idea: se (come sembra) dovesse mancare Pulgar, chi lo farebbe il centrale di centrocampo tra Crisetig e Nagy? È chiaro che su Caprari farebbero fatica entrambi, ma di sicuro Crisetig non sarebbe proponibile di fronte a uno scattista come l’ex pescarese. Se per fare densità e di conseguenza togliere spazi in quella fetta di campo Donadoni potrebbe decidere di mettersi a tre dietro? Domanda da cento milioni, anche se non è una soluzione da escludere del tutto, perché in questo caso quando il trequartista della Samp si abbassa lo andrebbe a prendere il centrale di centrocampo e quando si alza su di lui potrebbe uscire il centrale di difesa. Va detto che fin qua il Bologna ha giocato a 3 dietro solo quando ha affrontato squadre disegnate sul 3-5-2, vedi Atalanta, vedi Lazio, ma c’è sempre una prima volta, soprattutto quando sai di dover vivere una nottata sulla difensiva e hai gli uomini contati. La sensazione è che tornerà Gonzalez, e potrebbe di nuovo essere la serata anche di Romagnoli, mentre per quanto riguarda il centrocampo, al di là del dubbio legato al centrale, dovranno essere verificate anche le condizioni fisiche di Poli, che contro il Verona ha lasciato il campo prima del tempo anche per esaurimento carburante. Poi l’attacco.
È chiaro che tutto dipenderà dal sistema di gioco, perché in caso di 4-3-3 il Bologna giocherebbe con due esterni e una punta centrale, mentre in caso di difesa a 3 giocherebbe con un attaccante e Verdi alle sue spalle oppure con due attaccanti, Destro più Avenatti. Che di contro si contenderebbero una maglia in un Bologna modellato sul 3-5-1-1. Come potete capire, sia l’allenamento di oggi che la rifinitura di domani saranno estremamente indicativi, sia per sapere chi Donadoni potrà avere a disposizione sia per avere una mezza idea su quelle che saranno le sue intenzioni dal punto di vista tattico. È scontato che il primo punto è inevitabilmente legato al secondo.
Intanto sul fronte societario l’interrogativo che va di moda in queste ore è il motivo per il quale Riccardo Bigon ha sottoscritto un contratto annuale e non biennale. Ebbene, c’è chi assicura che sarebbe stata una scelta condivisa tra lui e la società, mentre c’è anche chi sottolinea il fatto che sarebbe stato lo stesso responsabile dell’area tecnica del Bologna a preferire, se non addirittura a volere, questa soluzione. Forse perché lo stesso Donadoni è legato al Bologna da un contratto che scade nel giugno 2019? O forse perché vuole capire meglio quello che il Bologna potrà fare da grande, con un anno in più di lavoro alle spalle?
Modulo e uomini
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