Corriere di Bologna

PER ROSSINI ANNA BONITATIBU­S

Il mezzosopra­no omaggia il compositor­e nei 150 anni dalla morte inserendo nel programma pagine meno conosciute e autori a lui legati come Beethoven e Schubert. «Sono arie da camera composte su versi italiani che rilanciano il tema magnifico della lirica a

- Alessandro Taverna © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da vera diva, lei preferisce considerar­si un’antidiva. Ecco che si prospetta originalis­simo l’omaggio a Rossini del Bologna Festival che stasera — ore 20.30 — per il ciclo dei Grandi Interpreti offre la ribalta del teatro Manzoni ad un’artista sopraffina come il mezzosopra­no Anna Bonitatibu­s.

Signora Bonitatibu­s come mai un omaggio a Rossini senza arie d’opera di Rossini?

« Perché presentare l’opera al pianoforte è un genere che non convince più e mi sembra appartenga a una fase superata. Fortunatam­ente siamo tutti cresciuti, sia il pubblico che gli interpreti. E noi dobbiamo avere il coraggio di elaborare proposte diverse. Così quando sono stata invitata dal Bologna Festival per un omaggio a Rossini nell’ambito delle celebrazio­ni per il centocinqu­antesimo anniversar­io della morte, ho pensato a tracciare un ritratto del compositor­e inserendol­o in un orizzonte più vasto»

Infatti ci sono musiche di Beethoven e di Schubert.

«Sono arie da camera composte su versi italiani che rilanciano il tema magnifico della lirica amorosa. E poi ho voluto eseguire un musicista cresciuto sotto l’ala protettric­e rossiniana: Vincenzo Gabussi eseguendo pagine che si stenta ancora ad ascoltare e che rendono conto di un Ottocento musicale italiano molto più variegato di quello si potrebbe sospettare pensando al melodramma e basta».

Nel suo concerto non manca poi il Rossini che continua a scrivere musica dopo essersi ritirato dalle scene d’opera, con le pagine raccolte nei «Pechées de veillesse», i cosiddetti «Peccati di vecchiaia».

«Qui Rossini offre stupefacen­ti invenzioni per la voce e anche per il pianoforte. Tutte queste musiche sono un riflesso della vivacità dei salotti molto colti che Rossini aveva imparato a conoscere quando ancora era un’operista in carriera. Penso ai circoli intellet-

tuali a Napoli dove Rossini suonava il pianoforte, accompagna­va i cantanti e perfino se stesso».

Rossini era l’ideale punto di arrivo del doppio album che ha dedicato a Semiramide. È stato un invito ad ascoltare le tante incarnazio­ni vocali di una regina del belcanto e a considerar­e le apparizion­i nell’arte della regina babilonese?

«La leggenda di Semiramide si è alimentata grazie a generazion­i di artisti. Pittori e musicisti. E tra i compositor­i si sa c’è stato anche Rossini per un melodramma che rielaborav­a un dramma di Voltaire, allora ancora molto in voga. Importante che chi ascolta potesse avere gli strumenti per constatare che tutto nasce da una donna considerat­a leader tremila anni fa in un una terra che è stata una culla di civiltà corrispond­ente oggi all’attuale Iraq».

Anche il suo nuovo album ha un tema che attraversa la storia della musica, tocca anche Rossini e si intitola «En travesti… »

«Ho pensato ai ruoli scritti per voce femminili pensando però a figure maschili. È una galleria di ritratti che consentono di passare agli eroi delle opere serie composte nel Settecento da Vivaldi e da Handel e si passa per i melodrammi rossiniani tra cui c’è il personaggi­o di Tancredi che ho scelto per la registrazi­one. Un secolo dopo Ravel si valse della voce di una donna per impersonar­e il ragazzo dell’ Enfant et les sortilèges. E poi il mio viaggio si ferma al musical Victor/Victoria di Henry Mancini».

Non sarà questo disco un invito a scoprire quanto la musica possa nutrirsi di ambiguità inconfessa­bili a parole?

«Che le donne si travestiss­ero da uomini era un fatto che avveniva in scena ma anche nella vita reale del Settecento. Era uno stratagemm­a e per noi si rivela più che un tema musicale, ma un argomento modernissi­mo...».

Quando ormai Rossini si è ritirato dalla scene d’opera, offre stupefacen­ti invenzioni per la voce e anche per il pianoforte Tutte queste musiche sono un riflesso della vivacità dei salotti molto colti che aveva imparato a conoscere quando ancora era un’operista in carriera

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Volto Anna Bonitatibu­s. è nata a Potenza È nota per l’interpreta­zione delle arie di Rossini, Mozart, Handel

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