Emone napoletano risveglia i classici
Il testo di Antonio Piccolo da stasera all’Arena del Sole
Avvicinare i classici è stato da sempre uno dei modi per leggerli, per mantenerli vivi. Emone. La traggedia de Antigone secondo lo cunto de lo innamorato è un testo di Antonio Piccolo che ha vinto nel 2016 la prima edizione del premio «Platea», concorso di drammaturgia bandito dai teatri nazionali di Roma, Napoli, Torino per cercare di colmare il gap esistente tra nuove scritture per la scena e allestimenti.
Pubblicato da Einaudi, si può vedere da stasera a domenica nella sala piccola dell’Arena del Sole, in una stagione, quella di Ert, in gran parte dedicata alla drammaturgia di oggi.
Il testo racconta la vicenda di Antigone che, contravvenendo ai decreti del re Creonte, seppellisce il fratello che ha combattuto contro la propria città. Lo fa in una lingua napoletana che impasta toni colti e popolari, seguendo l’esempio del seicentesco Cunto de li cunti di Giovambattista Basile. E però nessun arcaismo, anzi sguardo dal basso alla tragica storia eternata da Sofocle, attraverso due personaggi minori: Emone, figlio di Creonte e fidanzato di Antigone, che cerca di salvare in tutti i modi la ragazza dai rigori del padre, ferreo tutore della legge; e quello di Ismene, sorella di Antigone, che sembra segretamente innamorata di quel giovane principe che forse non vorrebbe addossarsi il peso del potere, in futuro, desiderando semplicemente diventare «lo miedeco de li signure e de li puverielle».
Ha scritto del testo Massimo Meraviglia, direttore del laboratorio teatrale frequentato dall’autore: «Quello di Antonio è un simbolico atto di giustizia poetica a favore di chi, nella Storia, occupa le postazioni marginali».
In scena Paolo Cresta, Gino De Luca, Valentina Gaudini, Anna Mallamaci e Marcello Manzella (Emone), regia, scene, costumi, disegno luci di Raffaele De Florio, attivissimo esponente della nuova scena napoletana, che osserva: «Ciò che colpisce maggiormente del testo è la diversa angolazione dalla quale viene raccontata la storia della “disubbidienza” di Antigone. Un punto di vista “decentrato” che mi ha fatto pensare alle Folk Songs di Luciano Berio, il ciclo di canti popolari provenienti dalla tradizione orale di vari paesi: uno sguardo sulla Storia attraverso comunità diverse che “fanno la Storia” pur non essendone protagoniste».