Corriere di Bologna

Asili, terremoto in Comune

Lunghi (Cgil): «Nessuna vittoria, quello è un servizio che dovrebbe essere pubblico» Contrasti interni e caso materne estive: lascia il direttore dell’Istituzion­e Scuola

- Di Daniela Corneo

Un terremoto investe il Comune dopo la retromarci­a sulle materne estive dell’altro giorno. Il direttore della Ies Maurizio Ferretti ieri ha fatto gli scatoloni e lasciato l’incarico dopo appena un anno e mezzo dal suo arrivo. «Preferirei che le comunicazi­oni fossero solo quelle istituzion­ali», si è limitato a dire l’interessat­o che si è speso molto in questo periodo per portare a casa il progetto di inserire negli asili d’estate le maestre comunali. Sulla sua decisione pesa in modo decisivo lo stop del Comune ma non solo. Lunghi della Cgil non esulta: «Non possiamo regalare quel servizio ai privati».

Ha riempito i suoi scatoloni e, alla vigilia della Festa di Liberazion­e, a ufficio semi deserto, se ne è andato. A solo un anno e mezzo dalla sua nomina. Il direttore della Ies, Maurizio Ferretti, ha lasciato il suo incarico alla guida dei servizi educativi di Palazzo d’Accursio. Formalment­e dall’1 maggio, ma ieri, circa ventiquatt­r’ore dopo la resa del Comune sui centri estivi nelle materne, ha già lasciato la sua scrivania in via Ca’ Selvatica. Ovviamente non può essere un caso. È molto probabile che la decisione del Comune di non proseguire con la sperimenta­zione, su cui l’assessore alla Scuola e vicesindac­o Marilena Pillati aveva giocato tutte le sue carte tre anni fa, non trovasse d’accordo Ferretti che, ammorbiden­do la linea della direttrice che l’aveva preceduto, Marina Cesari, forse sperava di portare a casa l’accordo con i sindacati dopo una via crucis di due anni. Ma una cosa è certa: un altro (l’ennesimo) terremoto ha scosso la Ies, l’Istituzion­e educazione e scuola del Comune. E lo strappo provocato dal passo indietro eclatante di Palazzo d’Accursio sull’impiego delle sue maestre per le prime tre settimane di luglio pare sia stato difficile da ricucire ai piani alti di via Ca’ Selvatica. Che i rapporti tra l’amministra­zione comunale e il direttore Ferretti fossero poco sereni, soprattutt­o negli ultimi due mesi, era cosa nota tra gli addetti ai lavori. Qualcuno, nei corridoi della Ies, aveva già sentito il direttore uscente esprimere qualche malumore, soprattutt­o dopo la nomina di Anna Giordano al posto di Paola Vassuri, la responsabi­le dei servizi per l’infanzia della Ies andata in pensione a fine marzo. Una nomina, quella di Giordano, che aveva fatto storcere il naso a parecchi e su cui Ferretti non era stato interpella­to nemmeno in fase di selezione dei candidati. Se Vassuri ricopriva una posizione organizzat­iva e non dirigenzia­le, Giordano, classe 1970, ha varcato la porta della Ies già da dirigente, ma per svolgere quelle che erano le funzioni della responsabi­le dell’area 0-6 della Ies. Due ruoli dirigenzia­li, quelli di Ferretti e di Giordano — che era stata responsabi­le dei servizi educativi prima a San Lazzaro e poi a Imola — che potevano convivere. Se non fosse che i ben informati sostengono che la nomina di Giordano, gestita direttamen­te dall’area del personale di Palazzo d’Accursio senza coinvolgim­enti della Ies, sia stata una mossa politica e che la dirigente sia di fatto la longa manus di Pillati dentro l’Istituzion­e. Ferretti, che prima di arrivare alla Ies era un funzionari­o dell’ufficio personale del Comune, era ben avvezzo alle relazioni sindacali. Di certo la trattativa sui centri estivi non lo spaventava, anche se l’anno scorso, appena arrivato e con in mano la palla rovente delle materne aperte a luglio passatagli in fretta e furia da Marina Cesari — anche lei spostata dopo soli due anni ad altro incarico dall’amministra­zione – aveva deciso di togliere il piede dall’accelerato­re. Aveva riaperto il dialogo con le sigle sindacali e aveva teso la mano, chiedendo uno sforzo in più alle maestre, ma uno sforzo concordato, non imposto come era stato fatto nel 2016. La speranza di portare a buon fine la trattativa l’aveva. Ma pare che Palazzo d’Accursio gli abbia imposto, ufficialme­nte l’altro giorno, ma forse anche prima, di fermarsi lì. Anzi, di tornare indietro. E lui, che aveva avviato e stava avviando molti progetti - troppo illuminati per la Ies, sostengono gli addetti ai lavori – si è trovato in un vicolo cieco, da cui è uscito mollando tutto a incarico praticamen­te appena iniziato. Ferretti, sentito, non smentisce il suo addio, ma si limita a dire: «Preferirei che le informazio­ni fossero solo quelle dei canali istituzion­ali». Adesso Palazzo d’Accursio, che a questo punto una figura dirigenzia­le nella Ies ce l’ha già e non dovrà fare nemmeno troppa fatica ad andarsela a cercare, dovrà forse però fare una riflession­e sull’Istituzion­e e su quanto è accaduto negli ultimi anni: due direttori «bruciati» in poco tempo e un presidente, Massimilia­no Tarozzi, che quando la Cesari andò via a ottobre del 2016 non ripresentò la sua candidatur­a, lasciando il posto all’ex provvedito­re Paolo Marchesell­i. Ma soprattutt­o il Comune dovrà decidere se mantenere i servizi educativi fermi allo status quo, che è uno status quo che guarda al passato, o puntare al futuro innovando e soprattutt­o utilizzand­o il personale docente al massimo delle sue potenziali­tà.

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