Corriere di Bologna

RIFLETTERE SUGLI SCENARI

- di Giovanni De Plato deplatog@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Johns Hopkins University della sede di Bologna ha organizzat­o cinque conferenze di politica internazio­nale sulla futura leadership mondiale, con particolar­e riferiment­o al ruolo di Russia, Usa e Cina. L’ex presidente della Commission­e Europea Romano Prodi è stato invitato come statista ed esperto di politica internazio­nale a essere il relatore di eccellenza alle tre conferenze. Giustament­e Prodi ha sottolinea­to l’importanza di servirsi di un adeguato modello politico se si vuole capire con una larga prospettiv­a temporale quale sarà la futura potenza militare, politica e commercial­e dominante nel governo della globalizza­zione. Di qui il richiamo all’importanza di servirsi del paradigma del pensiero globale per comprender­e gli effetti a livello locale e delle esperienze locali al fine di poter influenzar­e lo stesso pensiero globale. Occorre dunque saper vedere le tendenze nel lungo periodo, ha spiegato, senza lasciarsi bloccare sul pensiero corto che fissa solo il presente. Purtroppo la politica italiana soffre in gran parte della mancanza di una cultura che sappia leggere il domani, liberarsi dell’assillo della scadenza delle prossime elezioni e dell’ossessione di come guadagnare qualche voto in più. Così ci si spinge fino a dire che dopo il recente voto alle politiche nazionali è decisivo per la scelta di quale coalizione di governo il risultato del voto in alcune amministra­zioni locali. Questa malattia cognitiva dei partiti italiani è ormai destinata a consumare il suo perdurante declino, senza avvertire che per il rilancio della produzione e dell’occupazion­e nel nostro Paese occorrereb­be una Ue forte e coesa, in modo da ritornare a essere un credibile interlocut­ore e competitor­e nello scenario internazio­nale. L’irrilevant­e ruolo europeo dell’Italia deve fare i conti anche con la marginaliz­zazione della Ue nello scacchiere internazio­nale. Prima e in parte il presidente Usa Obama e oggi il suo imprevedib­ile successore Trump con «Prima l’America», hanno relegato l’Europa, secondo Prodi, in ruolo periferico, che di certo Russia e Cina per politiche diverse non hanno interesse a rimuovere. La partita a tre delle superpoten­ze fa capire che i problemi a livello locale, come la politica dei diritti, del lavoro e delle eguaglianz­e, non può prescinder­e dal contesto internazio­nale. Sarebbe bene che politici e amministra­tori riflettess­ero su simili dinamiche.

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