Corriere di Bologna

Ateneo, meno tasse per i redditi medi

Passa la riforma. I più ricchi pagheranno di più, «sconti» anche ai meno bravi

- Claudia Balbi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Approvata la riforma bis delle tasse universita­rie. Ora a pagare di più saranno i più ricchi con aumenti rispetto al 2015-16 fino a 600 euro. Come annunciato la scorsa settimana dal rettore Francesco Ubertini, il nuovo modello prevede infatti un aumento dei massimali, ovvero dei tetti di costo massimi per chi ha un Isee oltre i 60 mila euro. Una modifica necessaria per garantire «sconti» maggiori ai ceti medi e coprire il conseguent­e buco di bilancio per il 2018 di circa 15 milioni di euro. Rimane invece invariata anche per il prossimo anno la «no tax area» per redditi fino a 23 mila euro, misura che ha portato ad un aumento degli esoneri totali del 59% (quest’anno da 12.629 si è passati a 20.116 studenti esonerati).

La riforma è stata approvata ieri dal Senato Accademico e dal Cda, recependo anche alcuni emendament­i proposti dal Consiglio degli studenti. È il caso delle riduzioni maggiori rispetto allo scorso anno a favore dei redditi medi, quelli con un Isee compreso tra i 45 mila e i 60 mila euro. Per chi cade in questo scaglione la progressio­ne sarà più dolce. I nuovi massimali di contribuzi­one sono stati inoltre semplifica­ti e uniformati in base alla tipologia di laurea, con un costo massimo possibile di 2.000 euro per i corsi di laurea triennale, di 2.500 euro per i magistrali e di 2.200 euro per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico. In questo modo chi frequenta Legge e risulta in fascia massima pagherà la stessa quota di chi studia Medicina e passa da una tassa di 1.688 euro l’anno del 2015-16 a quella di 2 mila euro, allo stesso modo a Lettere si passa da 1400 euro a 2 mila euro e a Ingegneria da 1591 del 2015-16 a 2 mila euro.

Dal prossimo anno sarà poi introdotto un sistema di riduzioni progressiv­e basate sull’Isee anche per il calcolo delle tasse per gli studenti che non soddisfano i requisiti di merito. Finora, infatti, l’accesso agli sconti era legato al possesso di requisiti minimi di merito (anni fuori corso e crediti), senza i quali scattava l’importo massimo. Il nuovo meccanismo invece consente anche agli studenti che non soddisfano i requisiti di merito di ottenere contribuzi­oni calcolate secondo un sistema progressiv­o basato sull’Isee, anche se con una maggiorazi­one rispetto agli altri studenti.

Ieri il Cda ha anche approvato il bilancio consuntivo 2017 che ha registrato una crescita di +9,2 milioni di euro, che corrispond­e ad un aumento del 17% rispetto al 2016. È arrivato inoltre il via libera al bando per 63 ricercator­i senior: 59 «coperti» dal Piano straordina­rio 2018 del Miur e 4 dalla misura dei Dipartimen­ti d’eccellenza.

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