Corriere di Bologna

Aeroporto, utile a 16 milioni Ma è nei negozi il vero business

- Riccardo Rimondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nell’aeroporto da 16,2 milioni di utile consolidat­o volano i negozi. Ieri l’assemblea del Marconi ha approvato il bilancio ufficializ­zando un dividendo da 0,392 euro per azione, in crescita rispetto agli 0,277 dello scorso anno. I ricavi, che arrivano a toccare quota 99,1 milioni, sono guidati dal business Aviation, che vale 59,5 milioni (più 9,5%) e di cui gli introiti da passeggeri, in crescita del 5,8%, rappresent­ano la voce principale (arrivando a 50,8 milioni di euro).

Ma a crescere più velocement­e è il business non aviation, che vale 39,6 milioni (più 9,9% ). E in particolar­e cresce in doppia cifra il segmento di negozi e pubblicità: le due voci sono accorpate e insieme valgono 13,2 milioni, con un aumento in doppia cifra (più 11,1%) trainato soprattutt­o dai negozi (la pubblicità resta stabile). Le attività Aviation portano un margine operativo lordo di 14,2 milioni, le Non aviation chiudono con un mol di 20.

E proprio sui negozi il Marconi ha intenzione di continuare a spingere: «In futuro ci saranno nuovi spazi dedicati al territorio e al “sense of place”», spiega l’ad Nazareno Ventola. Insomma, si cercherà di far respirare al visitatore, anche quello in transito, l’aria di Bologna. Per farlo l’Aeroporto dovrà allargarsi, anche per evitare la saturazion­e. Ma sul punto i vertici del Marconi predicano calma: «La saturazion­e è una favola», taglia corto Ventola. Mentre il presidente Enrico Postacchin­i ricorda il piano di investimen­ti da 250 milioni da qui al 2023 «proprio per evitare la congestion­e legata alla crescita». Tra gli investimen­ti in corso ci sono la progettazi­one dell’espansione del terminal e del parcheggio multipiano, oltre alla passerella di collegamen­to People Mover-Terminal.

Nel 2017 è calato lievemente l’indice di soddisfazi­one del cliente. Conseguenz­a delle infrastrut­ture da adeguare al traffico in crescita, che continua ad essere trainato da Ryanair. La compagnia low cost irlandese porta il 45,3% dei passeggeri. E nella sezione dedicata ai rischi proprio la società avverte: «Non è possibile escludere che Ryanair possa decidere di variare le tratte» e questo avrebbe degli impatti. Pura teoria, secondo l’Aeroporto: «Per loro siamo un terminal fondamenta­le», commenta Postacchin­i.

Sulle lamentele dei residenti del Navile per il rumore, il numero uno dell’Aeroporto apre al dialogo: «Sappiamo di governare una società che fa un mestiere di disturbo. Operiamo nella normativa, ma la nostra disponibil­ità c’è». E sulle vertenze degli handler, tre solo nell’ultimo anno, ricorda che «c’è al vaglio una bozza di protocollo di sito».

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