TAKACS-NAGY CON MARTHA ARGERICH
Modena Domani al Teatro Comunale Pavarotti il maestro ungherese salirà sul podio dell’Orchestra da Camera Franz Liszt per un concerto che avrà come ospite la somma pianista argentina. Repertorio tra Mozart e Bartók. Con la solista impegnata nel «Primo Con
Con le chiome di capelli sempre più bianchi e con le mani che tramutano la tastiera in una smagliante scala per giochi di prestigio, Martha Argerich torna a fare la grande magia. Più che una interpretazione, ogni volta è un rito ipnotico che si rigenera a contatto con le fila di musicisti, chiamati ad accompagnarla, perché lei non ama suonare da sola. Lei è una leggenda vivente del pianoforte e con lei domani sera (ore 21) a Modena per la stagione concertistica del Teatro Comunale suona l’orchestra da camera Franz Liszt diretta da Gabor Takacs-Nagy. Ogni volta l’apparizione è quasi miracolosa per la solista di origine argentina che a settantasei anni, ritrova il piacere di fare musica sul palco con gli artisti con cui ha maggior confidenza e complicità. Nel tempo sono stati tra gli altri Claudio Abbado, Gidon Kremer, Mischa Maisky. Apparizioni non sono mancate anche recentemente in Emilia-Romagna eppure nonostante tutto sono sempre attesissime. Con l’Angelus dal terzo anno degli Années de pèlérinage di Franz Liszt, il Divertimento per archi di Béla Bartók e il Divertimento in re maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, domani sera Martha Argerich torna a suonare con i musicisti ungheresi il Primo Concerto di Ludwig van Beethoven.
Generosa nel coinvolgere giovani interpreti sotto i riflettori, la pianista argentina lo conferma anche nelle registrazioni discografiche, mai da sola ma sempre con altri musicisti. La conferma arriva da un recentissimo album pubblicato dalla Deutsche Grammophon e dedicato a trascrizioni a quattro mani di opere e balletti di Sergeij Prokof’ev, dove Martha Argerich suona in duo con il compositore armeno Sergej Babayan.
A fare un inedito ritratto di Martha Argerich ci ha pensato l’amico Gidon Kremer nell’ultimo libro apparso in Germania qualche tempo fa, che fin dal titolo: «Lettera ad una gio-
vane pianista» è una vera sorpresa, proprio perché a scriverlo è un violinista. Alla compagna di tante avventure musicali Kremer trova da accostare un mito del jazz come Miles Davis che con Martha Argerich condividerebbe, secondo Kremer, «la libertà nel creare sonorità senza precedenti». Fondamentale per Kremer è la lezione della grande pianista e rimanere se stessi, «perché, a differenza di quanto sforna il mercato, le grandi personalità tra gli artisti sono ancora più rare delle persone che attorno a noi non hanno il telefono cellulare».