Corriere di Bologna

Turismo, tortellini e aeroporto Mercanzia, l’addio di Tabellini

«Il Marconi? Servirebbe un partner industrial­e»

- Rimondi

L’ultimo c0niglio dal cilindro, il presidente uscente della Camera di commercio Giorgio Tabellini lo tira fuori parlando dell’aeroporto e aprendo a un partner industrial­e. Ma ieri, in attesa del nome del suo successore, il numero uno della Mercanzia ha tirato le somme del suo mandato. Ricordando i successi (la quotazione del Marconi) e i fallimenti (il sogno di una Casa dei consorzi) e senza risparmiar­e le ultime stoccate.

L’ultimo coniglio dal cilindro, il presidente uscente della Camera di commercio Giorgio Tabellini lo tira fuori al termine della conferenza stampa d’addio. E riguarda l’oggetto che ha segnato i cinque anni di mandato: l’aeroporto, quotato in Borsa tre anni fa e di cui la Mercanzia è azionista di maggioranz­a relativa con il 37,53% delle quote. Ma per il futuro proprio la Camera di commercio potrebbe accettare di calare la sua partecipaz­ione, una dismission­e di fatto, se arrivasse un investitor­e disposto a entrare con un aumento di capitale: «Siamo al servizio del territorio — scandisce Tabellini — se venisse una situazione societaria che porti allo sviluppo dell’Aeroporto di Bologna, siamo favorevoli». Unico paletto, che siano investitor­i industrial­i: «Con i finanziari si è visto com’è andata, dopo due anni hanno venduto». Ma con un partner industrial­e sarebbe diverso: «Perché no? — domanda Tabellini —. Abbiamo un potenziale straordina­rio». Temi che andranno affrontati dal successore del presidente al passo d’addio. A cui resta da ricordare i mesi dello sbarco a Piazza Affari: «Le maggiori banche italiane ci sconsiglia­rono. Andammo in una banca londinese, che ci disse di avere già sei investitor­i disponibil­i. E iniziò un percorso».

Quel percorso, rivendica Tabellini, ha permesso il boom di un comparto che sotto le Due Torri, fino a qualche anno fa, non esisteva. «Il più grande orgoglio riguarda il turismo: la nascita di Bologna Welcome è stato un percorso difficile, ma è un’esperienza che ha generato un forte valore e tutta Italia ci ha copiato». Non sono stati anni costellati solo di successi. «Mi ero ripromesso di fare subito la Casa dei consorzi», ricorda Tabellini. Partendo dall’alimento simbolo delle Due Torri: un Consorzio del tortellino insieme a Modena, che però non ha mai visto la luce. «I produttori non ne hanno voluto sapere — allarga le braccia —. E nel mondo i tortellini non sono quelli di Bologna, ma quelli di Giovanni Rana. Un insuccesso clamoroso».

Non sono mancati nemmeno gli scontri, anche dialettici, in cui Tabellini molto spesso non le ha mandate a dire. Dalle critiche a Matteo Renzi, su cui ieri ha rinnovato il giudizio aprendo «un’altra polemichet­ta»: l’ex premier «di Camere di commercio non aveva capito niente», il giudizio

Tabellini, che resterà in carica fino a giugno, auspica l’ingresso di Andrea Graziosi nel cda

tranchant. Le battaglie sulla Fiera, che ha cambiato tre presidenti in tre anni. Tra i tanti temi che hanno animato la vita di via Michelino, anche il destino del Palazzo degli Affari di proprietà della Mercanzia: i soci pubblici avrebbero voluto conferirlo a capitale, i privati si sono opposti. Ora il palazzo sarà ceduto con bando: «La Fiera, se lo vorrà, dovrà pagarlo». Il conflitto tra soci della Fondazione Carisbo e istituzion­i sulla governance di via Farini. Ora si va al rinnovo del consiglio anche lì: «Noi in Collegio di indirizzo abbiamo Andrea Graziosi, speriamo che possa entrare in cda».

E d’altra parte qualche battaglia negli anni era inevitabil­e, per un’era partita sotto il segno della burrasca con l’Aventino della minoranza (Confindust­ria, Ance, Confartigi­anato, ieri assenti alla conferenza d’addio), il giorno dell’elezione di Tabellini. «Mancare all’elezione del presidente fu un affronto nei confronti della Camera di commercio in quanto istituzion­e, spero non ricapiti mai più». Tante le stoccate, anche su una città dove «si vive bene» ma in cui «qualsiasi investimen­to venga proposto, nasce subito un comitato del no». E su Fico, di cui la Camera di commercio è socia: «È incensato in tutto il mondo, tranne che a Bologna». La partita per la succession­e è in corso. Favorito è Valerio Veronesi, spinto dall’asse CnaAscom. Come lo era Tabellini. Che ora, in proroga, aspetta il foglio di via «come nel deserto dei tartari». Guarda i quadri dei predecesso­ri nell’anticamera della Sala della Giunta e si fa una risata: «È rimasto libero il posto in alto, quello della croce».

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Presidente Giorgio Tabellini è a capo della Camera di commercio dal 2013

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