Corriere di Bologna

Balzo delle piccole imprese La sfida è diventare grandi

Il rapporto Cerved-Confindust­ria sulle Pmi

- Francesca Candioli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il tessuto delle Pmi torna a popolarsi: in Emilia-Romagna, tra il 2015 e il 2016, sono cresciute del 1,5% (14.303). Resta il nodo della dimensione di queste aziende.

Le piccole e medie imprese tornano a crescere dopo gli anni neri della crisi.

Se nel Nord-Est tra il 2007 e il 2014 le imprese di questo tipo sono calate del 7,9%, nel 2015 si sono registrati i primi segnali di ripresa, per arrivare poi nel 2016 a raggiunger­e quasi i livelli prima del 2008.

In Emilia Romagna le Pmi, tra il 2015 e il 2016, sono cresciute del 1,5% (14.303), mentre il divario rispetto alla situazione economica del 2007 è sceso al -7,6%, quando prima della crisi si contavano 15.473 aziende con più di 10 addetti e meno di 250. A dirlo sono i dati diffusi dalla 3°edizione del Rapporto delle Pmi del Centro-Nord realizzato da Confindust­ria assieme a Cerved. «Non esistono imprese forti in territori che non siano forti e coesi — sottolinea Pietro Ferrari, presidente degli industrial­i in regione —. Qui, in particolar­e, tante aziende internazio­nali stanno approfonde­ndo i loro investimen­ti». E se da una parte da noi la crisi è quasi superata nei numeri, l’incognita resta sul tipo di impresa. In sostanza: nascono tante nuove aziende, ma rimangono piccole. In Emilia- Romagna, nel 2015, si registrava­no 203.000 realtà economiche con meno di 50 addetti e meno di 10 milioni di ricavi, con un fatturato totale di oltre 42 milioni. «Un dato molto positivo è che c’è una forte natività di startup, ma sono ancora molto piccole — sottolinea Stefano Pan, vicepresid­ente per le per le politiche economiche regionali e la coesione territoria­le di Confindust­ria —. È positivo questo fermento e la sfida è di non rimanere piccoli ma di trovare il coraggio di crescere e mettersi insieme, di fare squadra, perché solo così si può vincere». Il campione preso in esame dal rapporto è composto da 118.000 società di capitali, di cui 36.000 nel Nord-Est (14.000 in EmiliaRoma­gna). Ma è la ripresa degli investimen­ti, secondo Confindust­ria, a confermare «un sostanzial­e migliorame­nto» per cui, nel 2018 e nel 2019, fatturato e valore aggiunto delle Pmi di capitali dovrebbero continuare «ad accelerare gradualmen­te». Pur in un quadro nel complesso

” Ferrari Il Patto per il lavoro ha favorito buoni livelli di Pil, la stabilità di rapporti e relazioni è importante

positivo, sono sempre le sfumature territoria­li a incidere. I margini sono attesi in migliorame­nto più nel NordEst (6,7% nel 2018 e 7,4% nel 2019) e nel Nord-Ovest (4,9% nel 2018 e 5,6% nel 2019) che al Centro (+3,4% nel 2018 e +3,8% nel 2019). «Le imprese che hanno superato la crisi ora devono strutturar­si — sottolinea Ferrari —. Il tema più complesso è la dimensione, oltre alla managerial­izzazione delle aziende con la suddivisio­ne tra proprietà famigliare e sociale». Per Ferrari, in Emilia-Romagna ha inciso positivame­nte il Patto per il lavoro: «È un elemento innovativo che ha favorito buoni livelli di Pil, la stabilità di rapporti e relazioni è un fattore sostanzial­e. E i risultati saranno ancora migliori se rifacciamo partire le opere pubbliche».

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