Merola evoca la scissione Critelli: basta appiccare fuochi
Muro contro muro tra primo cittadino e segretario: «L’unità di facciata non serve». «Basta incendiari»
La guerra che si è aperta nel Pd nazionale divide sempre di più il sindaco Virginio Merola e il segretario del Pd bolognese Francesco Critelli, che ieri ha richiamato all’ordine il primo cittadino. Dopo aver attaccato apertamente le posizioni anti M5S dell’ex segretario Matteo Renzi in Direzione, Merola ha criticato «l’unità di facciata» che si respira nel partito e agitato lo spettro di una nuova scissione: «Se ripartirà la cavalleria per delegittimare Martina il rischio è reale». Netto lo stop di Critelli. «Bisogna tenere unita la nostra comunità e non lacerarla ulteriormente», è l’avvertimento del segretario: «Il partito non ha bisogno di incendiari che appiccano il fuoco, ma di pompieri capaci».
Inevitabile che la guerra nel Pd nazionale travolgesse anche il partito bolognese, partendo dai suoi vertici. Nei giorni scorsi segretario e sindaco si sono studiati in silenzio. Sempre più renziano il primo, in totale rotta di collisione con l’ex premier il secondo. Fino al muro contro muro di ieri.
Il primo cittadino Virginio Merola ha attaccato la linea di Matteo Renzi durante la Direzione di giovedì e poi, in un’intervista a La Stampa, ha parlato di «unità di facciata» ed evocato una possibile scissione: «Se ripartirà la cavalleria per delegittimare Martina il rischio è molto reale». In serata la durissima nota di Critelli. Uno stop, ma anche qualcosa di più. Quelli usati da Merola sono «termini e linguaggi sbagliati», sostiene il segretario di Via Rivani, «improvvide ipotesi di scissione che un gruppo dirigente maturo e responsabile deve tenere lontane». L’obiettivo, insiste Critelli, è «tenere unita la nostra comunità e non, invece, lacerarla ulteriormente». E invece il sindaco e quelli che come lui attaccano l’ex premier o parlano di scissioni altro non sono che «incendiari che appiccano il fuoco alimentando tensioni e divisioni», mentre ora il Pd ha bisogno «di pompieri capaci di annodare fili sciolti».
Anche le parole di Critelli avranno però un effetto detonante nel partito bolognese, perché invece che spegnere allargheranno i focolai accesi dal sindaco. E dire che Merola ieri, tornato a Palazzo d’Accursio dopo la trasferta romana di giovedì, aveva scelto la strada del silenzio. «Ho detto abbondantemente quello che penso, adesso mi concentro a fare il sindaco», le sue uniche parole. Altri si sono mossi in sua difesa, invece, perché pure la notizia dei fischi contro di lui in Direzione riportate prima dall’agenzia Ansa e poi dai giornali locali sono materia di lotta politica dentro le varie fazioni.
In difesa del sindaco sono intervenuti l’ex senatrice Francesca Puglisi, poi l’assessore regionale Emma Petitti e infine il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha definito «ricostruzioni infondate» quelle riferite ai cronisti da alcuni membri della Direzione (l’incontro era chiuso alla stampa) e ha parlato di «bugie create per delegittimare chi dice verità con schiettezza». Di incontrovertibile ci sono solo le alleanze che si sono ribaltate dentro al partito: Critelli contro Merola e schierato con Renzi, pur avendo votato al congresso Orlando, che invece attacca l’ex premier e difende il sindaco. Non è finita qui. Un’altra renziana, la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini, da settimane spinge per un dialogo con i 5 Stelle. Ai microfoni di Radio Città del Capo ha preso le distanze dalle riforme costituzionali proposte da Renzi: «Il voto del 4 marzo è stato un urlo, una richiesta di protezione sociale, di sostegno e aiuto alle famiglie. Non mi sembra questa la fase per inaugurare una legislatura costituente».