Quanti nomi per la panchina Proposto anche Di Biagio
Sarà Donadoni a decidere, ma continua il pressing
Nicola, De Zerbi, Stellone, se nel frattempo il Palermo non gli avesse dato la propria panchina. Poi Di Biagio. Infine Maran. Per certi versi sembra di essere tornati ai tempi di Corvino, quando al suo posto doveva arrivare un giorno Osti, il giorno dopo Sabatini, il giorno dopo ancora Pradè e avevamo la sensazione che questo tam tam dovesse servire a stancarlo. Ebbene, ora non passa giorno che sia Donadoni a finire sotto processo e di conseguenza che la sua permanenza a Casteldebole sia ormai alla «v» dell’alfabeto, se non addirittura alla zeta.
Ma in realtà la storia ha altri connotati, in pratica sarà così solo se l’attuale allenatore rossoblù deciderà di piantare baracca e burattini, perché il Bologna non dimenticherà mai che c’è in ballo un contratto di quasi 5 milioni di euro lordi fino al giugno 2019. E poi per quale motivo dovrebbe mollarlo? Forse per prendere una scommessa, quando Donadoni ha le spalle larghe e fa da parafulmine a tutti, allontanando anche da Fenucci, Bigon e Di Vaio eventuali loro responsabilità? Responsabilità che in realtà dovrebbero essere condivise da tutti in una società che ha scelto questa strada.
Certo, ci sarebbe anche un’altra soluzione, quella dell’arrivo sotto le Due Torri di Gasperini che, credeteci, al Bologna non volterebbe le spalle. Ma a un patto: che Saputo gli costruisca una squadra come vuole lui, a sua immagine e somiglianza, e non una squadra chiamata a disputare un altro campionato anonimo. Purtroppo a oggi ci sembra una strada poco praticabile.
Va detto che nelle ultime ore è stato di nuovo accostato al Bologna il nome di Di Biagio. C’è chi negli ambienti romani lo sta proponendo ad alcune società di serie A. È evidente che gli stessi capi attuali della Federazione sarebbero felici nel caso in cui Di Biagio trovasse una sistemazione, ma al di là di quella che è la sua bravura e la sua professionalità tutti sanno che un conto è fare il selezionatore azzurro e un altro l’allenatore di un club.
Il tempo ci dirà la verità non solo sul futuro di Donadoni ma anche su quello di Allegri, che anche ieri ha assicurato che a Torino sta bene e soprattutto che resterà. Per ora non può dire altro. Fin qua con la Juve ha vinto 3 scudetti e sta per vincere il quarto, ha vinto 3 Coppa Italia e tra qualche giorno può vincere la quarta ed è andato due volte in finale di Champions. La contestazione dei giorni passati non può essergli scivolata addosso come acqua di fonte, aspettiamo giugno per l’eventuale certezza.