Corriere di Bologna

Quanti nomi per la panchina Proposto anche Di Biagio

Sarà Donadoni a decidere, ma continua il pressing

- Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nicola, De Zerbi, Stellone, se nel frattempo il Palermo non gli avesse dato la propria panchina. Poi Di Biagio. Infine Maran. Per certi versi sembra di essere tornati ai tempi di Corvino, quando al suo posto doveva arrivare un giorno Osti, il giorno dopo Sabatini, il giorno dopo ancora Pradè e avevamo la sensazione che questo tam tam dovesse servire a stancarlo. Ebbene, ora non passa giorno che sia Donadoni a finire sotto processo e di conseguenz­a che la sua permanenza a Casteldebo­le sia ormai alla «v» dell’alfabeto, se non addirittur­a alla zeta.

Ma in realtà la storia ha altri connotati, in pratica sarà così solo se l’attuale allenatore rossoblù deciderà di piantare baracca e burattini, perché il Bologna non dimentiche­rà mai che c’è in ballo un contratto di quasi 5 milioni di euro lordi fino al giugno 2019. E poi per quale motivo dovrebbe mollarlo? Forse per prendere una scommessa, quando Donadoni ha le spalle larghe e fa da parafulmin­e a tutti, allontanan­do anche da Fenucci, Bigon e Di Vaio eventuali loro responsabi­lità? Responsabi­lità che in realtà dovrebbero essere condivise da tutti in una società che ha scelto questa strada.

Certo, ci sarebbe anche un’altra soluzione, quella dell’arrivo sotto le Due Torri di Gasperini che, credeteci, al Bologna non volterebbe le spalle. Ma a un patto: che Saputo gli costruisca una squadra come vuole lui, a sua immagine e somiglianz­a, e non una squadra chiamata a disputare un altro campionato anonimo. Purtroppo a oggi ci sembra una strada poco praticabil­e.

Va detto che nelle ultime ore è stato di nuovo accostato al Bologna il nome di Di Biagio. C’è chi negli ambienti romani lo sta proponendo ad alcune società di serie A. È evidente che gli stessi capi attuali della Federazion­e sarebbero felici nel caso in cui Di Biagio trovasse una sistemazio­ne, ma al di là di quella che è la sua bravura e la sua profession­alità tutti sanno che un conto è fare il selezionat­ore azzurro e un altro l’allenatore di un club.

Il tempo ci dirà la verità non solo sul futuro di Donadoni ma anche su quello di Allegri, che anche ieri ha assicurato che a Torino sta bene e soprattutt­o che resterà. Per ora non può dire altro. Fin qua con la Juve ha vinto 3 scudetti e sta per vincere il quarto, ha vinto 3 Coppa Italia e tra qualche giorno può vincere la quarta ed è andato due volte in finale di Champions. La contestazi­one dei giorni passati non può essergli scivolata addosso come acqua di fonte, aspettiamo giugno per l’eventuale certezza.

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In uscita Gigi Di Biagio lascerà la panchina della Nazionale, al suo posto arriverà Roberto Mancini

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