Corriere di Bologna

GIOVANI SCATTI «DIARI PER GLI OCCHI»

Inaugura oggi la mostra finale del laboratori­o di fotografia tenuto da Simone Martinetto al quale hanno partecipat­o oltre cento ragazzi. Il docente: «Immaginate un gruppo di studenti cimentarsi con la creazione di raccolte visive dedicate a un’altra perso

- Piero Di Domenico

«Togliersi per un momento dalla propria pelle e indossare quella di un’altra persona è una fantasia che penso abbiamo avuto in molti. Sovrappors­i allo sguardo di un altro e immaginars­i di vedere con i suoi occhi è un’esperienza simile. Oppure farsi narratori e inventare un modo di raccontare l’altro». Le parole del fotografo Simone Martinetto sono una premessa fondamenta­le per capire il senso del laboratori­o di fotografia che il trentasett­enne tornese, da anni a Bologna e da sempre attento alla didattica, ha portato avanti con un centinaio di ragazzi del Liceo Artistico Arcangeli.

Il risultato sono altrettant­i diari visivi dedicati a una persona di sesso opposto, con foto, immagini e parole, da oggi e sino a sabato 12 in mostra presso l’Isart, il Centro di documentaz­ione della didattica delle arti in via Cartoleria 9, con inaugurazi­one alle 11 di stamattina. Diari per gli occhi, dedicati a qualcun altro, regalando tempo e cura all’esplorazio­ne dell’universo interiore ed esteriore della persona scelta. Fino a realizzare una sequenza di fotografie, accompagna­te a volte da testi, disegni e collage. «Pensate — continua Martinetto — alla loro età di adolescent­i e al loro lavorare per riscoprire la relazione che li lega a questa persona, togliendos­i per un po’ dall’osservazio­ne di se stessi come separati dagli altri. Ognuno ha scelto un amico, un parente, un genitore, un nonno, il proprio ragazzo, un semplice conoscente o un senzatetto che vedeva spesso per strada e con cui non aveva mai parlato. E alcuni di loro si sono adoperati con anima e corpo per dedicargli un diario a base di fotografie». A dispetto di un egocentris­mo sempre più diffuso, Martinetto, laureato in Filosofia all’Alma Mater e fotografo di scena per il cinema su set con Bellocchio, Montaldo, Mastandrea, Saverio Costanzo e Alba Rohrwacher, invita a prendersi il giusto tempo per esplorare diari in cui la fotografia ha un ruolo nevralgico. «La buona fotografia — conclude — è sempre un atto d’amore. E’ un collante che, anche se per un brevissimo istante, crea un

rapporto di simbiosi tra il nostro mondo interiore e il mondo fuori, tra noi e gli altri. Sul piatto della bilancia della fotografia c’è sempre, da una parte, l’oggetto su cui puntiamo gli occhi, con il quale possiamo anche giocare a immedesima­rci, e dall’altra il soggetto che sceglie cosa e come fotografar­e. C’è sempre quello che Wim Wenders in una sua poesia ha definito il controscat­to, ovvero il rinculo della fotografia, il contraccol­po che, come quando si usa un fucile, ci respinge indietro verso noi stessi».

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L’immagine La fotografia sopra è stata realizzata dalla studentess­a Camilla Zichichi
 ??  ?? Galleria Qui sopra tre dei lavori che verranno esposti al Liceo artistico Arcangeli di Bologna Dall’alto la foto di Margherita Steffanon, quella di Chiara Golfieri e infine quella di Sofia Scaglianti
Galleria Qui sopra tre dei lavori che verranno esposti al Liceo artistico Arcangeli di Bologna Dall’alto la foto di Margherita Steffanon, quella di Chiara Golfieri e infine quella di Sofia Scaglianti
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