Corriere di Bologna

LA QUALITÀ CHE MANCA

- di Claudio Beneforti

Ha ragione Capello quando dice che per fare il vino buono ci vuole una buona uva, perché è vero che anche l’allenatore ci deve mettere del suo, ma da sempre il calcio lo fanno i giocatori. Tanto per essere più chiari, quali sono le colpe di Donadoni se De Maio commette un errore da matita blu regalando il gol del pari alla Juve e poco più tardi Mirante sbaglia un’uscita su un pallone facilmente leggibile e affonda il Bologna? Certo, grazie anche alla complicità dell’arbitro che sul rigore dovrebbe espellere Rugani e poi non vede la spinta di Khedira, che spedisce prima in porta Keita del pallone del 2-1. Donadoni non farà divertire e la sua gestione di alcuni giocatori può anche far discutere (con la società che è altrettant­o colpevole), ma sbaglia chi lo ritiene il vero, grande problema del Bologna. Che in realtà ne ha altri: il primo è Saputo che da due anni non investe sulla qualità dei calciatori, il secondo è Bigon che di conseguenz­a deve fare il mercato con quel poco che passa il convento. Anche se la sua scelta (condivisa da Di Vaio) di cedere a gennaio Maietta, il miglior difensore del Bologna, si è rivelata una clamorosa leggerezza.

A questo punto la speranza è che Saputo reinvesta tutto il tesoretto ricavato dalle cessioni e che Bigon sbagli il meno possibile. Per quanto riguarda Donadoni, la nostra idea è sempre la stessa: cambiarlo per Gasperini ha un senso, cambiarlo solo perché il Bologna diverte poco è un errore. E poi per prendere chi? Una scommessa come De Zerbi che fa giocare bene la squadra e alla fine perde sempre?

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