Corriere di Bologna

All’ultimo respiro

La Virtus resta aggrappata alla partita ma Fesenko sposta gli equilibri e fa volare Avellino. Sprecato il primo bonus per staccare il pass playoff, però se mercoledì vince a Reggio Emilia è nelle prime otto

- Di Luca Aquino e Enrico Schiavina

Troppo alto il muro di Avellino, per i playoff bisogna aspettare. Non ce la fa la Virtus, che combatte orgogliosa­mente ma non riesce a fare l’impresa contro un’avversaria troppo più fisica, più profonda, più tutto. Cede solo all’ultimo minuto, dopo aver creduto nel miracolo, perché questo più o meno serviva, in condizioni di oggettiva inferiorit­à. Non ha avuto niente dal rientrante Ale Gentile, solo un paio di guizzi da Wilson, e mancava sempre Umeh, che non ci sarà neanche nell’ultima: conciata così, contro i panzer biancoverd­i, è stata già tanto giocarsela per 39 minuti, anche se non fa classifica. E tutto resta appeso, l’ultima di stagione regolare in casa rischia di essere anche l’ultima in assoluto: i playoff vincendo questa sarebbero stati sicuri e invece per entrarci servono per forza altri due punti, da prendere a Reggio Emilia mercoledì, ultima giornata. In fondo non è andata neanche malissimo perche Cremona e Sassari hanno perso, certo addio speranze di fare meglio dell’ottavo posto, se tutto si incastra bene il settimo. Ma almeno il destino è nelle sue mani, vincendo a Reggio la V nera è comunque dentro.

Terza sconfitta di fila in casa dopo Cantù e Varese, stando sopra solo per un breve tratto del terzo e un attimo alla fine, la Virtus finisce asfaltata a rimbalzo dal mostro Fesenko, il 31-42 finale non spiega bene come sono andate le cose in area, anche se poi è chiaro che per vincerla serviva ben altro soprattutt­o in attacco, 46% da due e 28% da tre. Con Aradori che ha fatto a lungo quasi tutto da solo, in doppia cifra con lui il solo Slaughter, molto deludente Lafayette, gli altri ci hanno messo tanta voglia, ma era chiaro che non poteva bastare, anche se poi è girato tutto su tre-quattro giocate.

Primo attacco Virtus e Fesenko stoppa AleGent senza saltare, due secondi dopo Rich dall’altra parte appoggia il più semplice dei lay-up: è solo 0-2, eppure è già la fotografia del match. In area comanda Avellino, e non soltanto perché la montagna umana, 7/9 (quasi tutte schiacciat­e) e 15 rimbalzi in 24 minuti, è sempliceme­nte troppo grosso per chiunque. Il fatto è che anche quando va a sedere, al suo posto Lawal che dà quasi la stessa sensazione di dominio dell’area, specie all’inizio.

Sotto di 3 tirando 1/5 i liberi nel primo quarto, si vede che la Virtus ci sta mettendo voglia e orgoglio, sta sempre lì, vicina, qualche volta pari, ma mai davanti in un primo tempo di grande fatica ma danni tutto sommato contenuti. A spallate Avellino mette assieme anche un +9 ma non se ne va via, nonostante il suo saldo a rimbalzo dica già +11 all’intervallo e nel terzo toccherà il +18. Un buon 7-0 in apertura di ripresa porta persino la V nera davanti, il +3 (38-35) al 24’ è il massimo vantaggio interno, ma ancora la sensazione è che alla Sidigas basti aspettare e far quadrato, limitando gli errori. Riappare Ale Gentile ma proprio non ne ha, in un attimo è -7 ma la partita è ancora viva, nuovo pari a 46, nuovo +6 esterno, nuovo grande sforzo bianconero. Ennesimo pari a 59 di Slaughter con anche due possessi per tornare sopra mal gestiti, e quando nessuno se l’aspetta ecco Wilson, 6261, ultimo vantaggio a 2’30” dalla fine. Lì tripla Filloy, persa di Lafayette, Fesenko +5 e crollo sul rettilineo finale. Non resta che riprovarci all’ultima giornata. Si gioca tutto a Reggio Emilia mercoledì.

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A canestro Marcus Slaughter firma una grande ripresa. Finisce la gara in doppia cifra. Solamente i falli lo limitano

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