INTERPRETARE IL NUOVO MOSAICO
La rivoluzione 4.0 vede in Italia la Regione Emilia-Romagna nei primi posti e Bologna tra le migliori smart city. A simili primati corrispondono però problemi del tutto inediti che tardano a essere governati. Secondo la classifica dell’Ocse in tema di diseguaglianza siamo uno dei primi Paesi (in senso negativo); la Regione e la Città metropolitana riflettono il dato in forma più attenuata. L’indice di Gini evidenzia che i Paesi Bassi tendono a ridurre l’iniquità della distribuzione, mentre l’Italia tende all’aumento.
Elemento fondamentale per invertire l’allarmante divaricazione italiana della forbice povertà-ricchezza è fare i conti con la mutazione della società che a Bologna sta avvenendo in modo radicale. La trasformazione in atto non è un processo lineare: presenta rotture strutturali e qualitative della vita personale come collettiva. In realtà le novità costituiscono tanti nuovi tasselli che vanno formando un nuovo mosaico sociale. Dalla multietnicità (meticciato) al personalismo (edonismo egoistico), dall’aumento delle famiglie unipersonali (stili di vita da single) alla riduzione degli alunni della scuola dell’obbligo (diminuzioni delle classi); dal gap di genere (disoccupazione femminile due punti più elevata) alla crescita dei sottoccupati; dal calo delle nascite alla longevità (non sempre in salute).
Non si tratta di dare un valore con un segno più o meno a questi e altri fenomeni, ma di comprendere la loro realtà sapendo che sono tra di loro interdipendenti. Se si esamina il solo ambito dell’assistenza sociosanitaria si scopre che invertendo il paradigma, dalla cura alla prevenzione, si possono dare risposte di salute alla longevità, superando le diseguaglianze giovani-anziani. Il Cineca ha appena presentato a Bologna i nuovi dati dell’Osservatorio Arno, un database di oltre 10 milioni di cittadini. Di ognuno di essi è stato tracciato il profilo assistenziale (i bisogni e le aspettative emergenti), in particolare degli over 65 anni. Le persone anziane sono già il 24% della popolazione e l’80% presenta una o più patologie croniche, assorbendo il 56% della spesa sanitaria. Oggi gli anziani hanno bisogno di aggiungere benessere alla longevità e non patologie all’invecchiamento. A tal fine occorrono nuove strategie per creare benessere con programmi a lungo termine di promozione della salute a partire dai primi anni di vita.