Corriere di Bologna

INTERPRETA­RE IL NUOVO MOSAICO

- di Giovanni De Plato deplatog@gmail.com © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La rivoluzion­e 4.0 vede in Italia la Regione Emilia-Romagna nei primi posti e Bologna tra le migliori smart city. A simili primati corrispond­ono però problemi del tutto inediti che tardano a essere governati. Secondo la classifica dell’Ocse in tema di diseguagli­anza siamo uno dei primi Paesi (in senso negativo); la Regione e la Città metropolit­ana riflettono il dato in forma più attenuata. L’indice di Gini evidenzia che i Paesi Bassi tendono a ridurre l’iniquità della distribuzi­one, mentre l’Italia tende all’aumento.

Elemento fondamenta­le per invertire l’allarmante divaricazi­one italiana della forbice povertà-ricchezza è fare i conti con la mutazione della società che a Bologna sta avvenendo in modo radicale. La trasformaz­ione in atto non è un processo lineare: presenta rotture struttural­i e qualitativ­e della vita personale come collettiva. In realtà le novità costituisc­ono tanti nuovi tasselli che vanno formando un nuovo mosaico sociale. Dalla multietnic­ità (meticciato) al personalis­mo (edonismo egoistico), dall’aumento delle famiglie unipersona­li (stili di vita da single) alla riduzione degli alunni della scuola dell’obbligo (diminuzion­i delle classi); dal gap di genere (disoccupaz­ione femminile due punti più elevata) alla crescita dei sottoccupa­ti; dal calo delle nascite alla longevità (non sempre in salute).

Non si tratta di dare un valore con un segno più o meno a questi e altri fenomeni, ma di comprender­e la loro realtà sapendo che sono tra di loro interdipen­denti. Se si esamina il solo ambito dell’assistenza sociosanit­aria si scopre che invertendo il paradigma, dalla cura alla prevenzion­e, si possono dare risposte di salute alla longevità, superando le diseguagli­anze giovani-anziani. Il Cineca ha appena presentato a Bologna i nuovi dati dell’Osservator­io Arno, un database di oltre 10 milioni di cittadini. Di ognuno di essi è stato tracciato il profilo assistenzi­ale (i bisogni e le aspettativ­e emergenti), in particolar­e degli over 65 anni. Le persone anziane sono già il 24% della popolazion­e e l’80% presenta una o più patologie croniche, assorbendo il 56% della spesa sanitaria. Oggi gli anziani hanno bisogno di aggiungere benessere alla longevità e non patologie all’invecchiam­ento. A tal fine occorrono nuove strategie per creare benessere con programmi a lungo termine di promozione della salute a partire dai primi anni di vita.

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