Uffici giudiziari, la svolta: i giudici nell’ex Maternità
Dopo un lungo braccio di ferro il ministero cede, in attesa della Cittadella sui viali. Non prima del 2026
La mattina, nella sede regionale del Demanio, il tavolo tecnico per confermare il cronoprogramma dei lavori che porteranno alla realizzazione della cittadella della giustizia nell’area dell’ex caserma Staveco, ma è nel pomeriggio, a Roma, che su si è concretizzata la notizia più importante: il ministero della Giustizia ha infatti trovato un accordo con l’imprenditore Romano Volta, proprietario dell’ex Maternità, e così nello storico edificio di via D’Azeglio, in fase ultimativa di ristrutturazione, si trasferirà il polo penale del Tribunale, in forte difficoltà negli spazi inadatti e ristretti di Palazzo Pizzardi di via Farini (e sempre di Volta). Trasferimento transitorio, aspettando che si realizzi l’agognata cittadella al di là dei viali. All’ex Maternità, come da tempo auspicato dal presidente del Tribunale Francesco Caruso, troverà sede l’intero settore penale del Tribunale e la Sorveglianza. Due gli effetti immediati: vantaggio logistico e minore spesa. Pizzardi continuerà a ospitare il civile, ma negli spazi lasciati liberi dal penale arriveranno l’Ufficio del Giudice di Pace e l’Unep (ufficio per notifiche, esecuzioni e protesti) con «conseguente cessazione dei rapporti di locazione attualmente esistenti» e conseguente risparmio. Intanto all’ex Maternità, fra poche settimane, arriverà il Tar di Strada Maggiore (che risponde alla presidenza del Consiglio e non al Ministero) e in un’altra corte molto probabilmente anche degli esercizi commerciali.
In ogni caso, sebbene non siano stati ancora comunicati i tempi del trasferimento, quella di ieri è una svolta importante per tutti gli operatori della giustizia e un successo per il presidente Caruso che ha sempre insistito per trovare un accordo con Volta. «Un primo passo