Uno tsunami dalla Riviera «La stagione non si tocca In bilico milioni di euro»
La Regione sta con albergatori e commercianti
«Sto rientrando proprio ora dalla nostra giunta regionale, abbiamo parlato di questo. Dobbiamo fare qualcosa subito... È una cosa troppo importante per noi, non possiamo stare zitti». È quasi sera e Mauro Mambelli, vicepresidente regionale con delega al Turismo di Confcommercio, sta tornado a casa a Ravenna. È un fiume in piena. Tante parole, ma per ora poche idee. Non certo per pigrizia intellettuale. È che in una situazione così non ci si era mai trovato. Di una cosa, però, è certo: «Votare a luglio non si può». Già in questi primi week-end primaverili gli operatori della Riviera hanno dovuto fronteggiare i tanti siti meteorologici che hanno previsto pioggia e alla fine niente. Ora devono mettere in conto anche l’idea di bruciare un intero fine settimana di luglio. «E se fosse il 22 luglio rispetto all’8 sarebbe anche peggio. In quel fine settimana iniziano i primi esodi», si dispera Mambelli.
Il primo a reagire dopo il discorso del Capo dello Stato Sergio Mattarella è stato il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che ha fatto un salto dalla sedia dopo aver letto Matteo Salvini e Luigi Di Maio indicare la data dell’8 luglio. Proprio quella della Notte rosa, il Capodanno della Riviera. «Notte rosa o Notte bianca... Prima di tutto vengono gli interessi del Paese e viene la necessità di avere un governo nel pieno delle sue funzioni: anche il turismo ne ha bisogno», prova a riportare il dibattito su altri binari l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini. Perché prima di tutto «c’è una lesione dei diritti del cittadino, bisognerebbe individuare un periodo che consenta la sua massima partecipazione al voto, non un periodo in cui viene disincentivata». Fatta questa doverosa premessa come può Corsini, dopo aver parlato per tutto il giorno con operatori, bagnini, albergatori e commercianti, non denunciare le perdite che questa eventualità rappresenterebbe per l’economia regionale? «Se non ci fosse la Notte rosa sarebbe un danno, un danno per l’Italia. Dobbiamo pensare al Paese».
Giovanni Indino, presidente di Confcommercio Rimini, un calcolo seppur grossolano l’ha fatto. «Votare il 22 luglio significa per noi dire addio ad un intero week-end. Prevedo almeno un 50% in meno di presenze, e qualche decina di milioni in meno al giorno. Un disastro». E dire che negli ultimi anni il mese di luglio stava tornando agli antichi splendori, quelli «degli anni ‘70 e ‘80, quando la Riviera veniva presa d’assalto da tedeschi, olandesi e svedesi». Ora il ricordo di quelle masse è più facile ritrovarlo ad agosto, ma il trend ultimamente era in risalita. «E quest’anno pensavamo di fare ancora meglio. Ma con un fine settimana in meno — scuote la testa Indino — dovremo contare i danni subiti». E non solo in regione. Secondo Filippo Donati di Asshotel Emilia-Romagna «il voto creerà un fermo turistico e il costo generale non si limiterà ai mancati incassi degli operatori, ma a quelli di tutta la filiera. Dalle Autostrade in giù...».
” Corsini Se non ci fosse la Notte rosa sarebbe un danno per l’Italia Dobbiamo tutti pensare al Paese