Corriere di Bologna

Grinta Teddy: «Fortitudo, voglio la finale»

Okereafor, la sorpresa dei playoff

- Di Enrico Schiavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

una squadra anziana, che spreme troppo i titolari.

«Io sono giovane e mi sento freschissi­mo! Ma anche gli altri stanno bene. I playoff sono una questione di momenti, e poi se vinci 3-0 hai tutto il tempo che serve per recuperare, fare trattament­i e tutto quello che serve».

Ma i playoff di A2 sono lunghissim­i. Il sistema potrà reggere?

«Da noi c’è un detto: se non si è rotto, non aggiustarl­o. Le cose finora funzionano, perché preoccupar­si? E poi non è che i tanti minuti ad alcuni giocatori siano un piano, sempliceme­nte è andata così. Potrebbero venir fuori gli altri, ad Agrigento ad esempio è stato decisivo Amici».

La sensazione è che tutto sia sempre più in mano a Mancinelli-Cinciarini-Rosselli, i tre dell’83.

«Normale: hanno vinto tanto, hanno esperienza enorme e stanno bene fisicament­e. Ovvio che la squadra li segua, specie adesso. L’importante è che gli altri, se viene il loro momento, non si nascondano. Siamo in tanti e chiunque può essere l’uomo decisivo della prossima serie».

Per una questione di lingua, lei è la persona più vicina a Demetri McCamey. Cosa gli sta succedendo?

«Non posso parlare per lui, posso solo dire quel che vedo: un compagno di squadra che sa di non essere in un buon momento, ma che cerca di non abbattersi, restare positivo e aiutare la squadra come può. Ricordo che alla mia prima partita qui, contro Treviso, fece 18 punti. Potrebbe rifarli in qualsiasi momento». Di Verona ha un’idea? «Sinceramen­te no, troppo presto, ma c’è tempo per studiare. Se sono ai quarti vorrà dire che sono forti, ma io dico di pensare prima di tutto a noi stessi. Proprio perché sono l’ultimo arrivato, e conosco l’A2 meno di tutti, sono l’uomo giusto per dirlo: se stiamo uniti e giochiamo forte andremo avanti, contro chiunque».

Pozzecco sembra molto cambiato.

«Conosce il gioco ed è esigente, sa calarsi in mezzo alla squadra ma anche tenere le giuste distanze. Per esempio, si vede che Mancio e Robby (Fultz, ndr) sono suoi vecchi amici ed hanno tanto in comune, però poi c’è una linea, che vale per tutti».

Ma è vero che a lei parla in russo?

«Sa dire solo qualche battuta, io invece lo parlo bene, mia madre e mia nonna sono russe. Ma non è vero che il coach scherza sempre, al contrario. Io però mi sto divertendo molto a scoprire su youtube le cose pazze che faceva da giovane».

Lei è a Bologna da meno di due mesi, come si trova?

«Amo il centro e come si mangia, ma so che è una banalità. Poi seguo il calcio: sarà strano ma sono di Londra, sempre stato del Manchester United, però ho tifato e tiferò Liverpool in Champions, e secondo me in finale col Real può farcela. Ah, quel rigore contro la Juve io non l’avrei dato».

Ha progetti per l’estate?

«Il 26 giugno c’è il raduno per le qualificaz­ioni mondiali con la Gran Bretagna, a Glasgow. Per arrivarci in forma, sarebbe perfetto arrivare alla finale di A2 con la Fortitudo. E vincerla, naturalmen­te».

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