Corriere di Bologna

CORPO DI STATO CON MARCO BALIANI

L’attore e autore ripropone al teatro Laura Betti il suo spettacolo di 20 anni fa ispirato al delitto Moro. «Lo riporto in scena perché i fantasmi devono poter aver pace. Non possono essere sempliceme­nte dimenticat­i» Sul palco rivive la memoria di quei gi

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Riporto in scena Corpo di stato perché i fantasmi devono poter avere pace. Non possono essere sempliceme­nte dimenticat­i». Così scrive Marco Baliani per la straordina­ria ripresa dello spettacolo a 20 anni dal debutto e a 40 dai fatti narrati. Corpo di stato, che andrà in scena al Laura Betti di Casalecchi­o stasera alle 21 nell’ambito del Maggio dei libri e di Politicame­nte scorretto, è dedicato al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro, il cui cadavere fu ritrovato il 9 maggio del 1978.

Affronta una violenza inaudita, uno dei momenti più difficili della storia repubblica­na e uno dei suoi misteri. L’azione delle Brigate Rosse chiude con un salto drammatico il decennio di ribellione e liberazion­e inaugurato dal ‘68 Lo spettacolo fu realizzato per Rai 2 e ripreso ai Fori imperiali di Roma il 9 maggio del 1998. Firmava la regia la compagna e collaborat­rice di Baliani Maria Maglietta, mentre partecipav­a alla drammaturg­ia Alessandra Rossi Ghiglione, che sul sito marcobalia­ni.it ricorda: «Ad uno dei primi incontri di lavoro, con il tavolo ingombro di libri e giornali, videocasse­tte, dopo aver lungamente dibattuto sulle ipotesi drammaturg­iche e sul punto di vista da tenere, chiedo a Marco Baliani: “Ma tu come ricordi Moro” Dalla memoria affiora prepotente l’immagine di un corpo ritorto nel bagagliaio di un macchina».

Quella della memoria di quegli anni, non solo del caso Moro, diventa la chiave di volta di uno spettacolo di narrazione, che seguiva l’intenso successo di Kohlhaas da Kleist, con l’attore che figurava un mondo intero di soprusi e tentativi di rivolta attraverso la sola parola, le espression­i del viso, i movimenti delle braccia, seduto su una sedia sotto luci fisse.

La chiave del ricordo personale che si intreccia con la Storia, è fondamenta­le. Scrive oggi Baliani: «In una recente intervista il figlio di Moro, Giovanni, insisteva a parlare del padre come di un fantasma senza requie e riposo, a cui è stata negata la verità della sua morte. Venti anni fa avevo cercato di parlarne attraverso uno spettacolo unico nel suo genere, in cui ero in scena in prima persona, raccontand­o con la massima sincerità possibile cosa erano stati per me e per quelli intorno a me i 55 giorni di prigionia di Moro, a Roma. Ho deciso di riproporre lo spettacolo, anche se mi costa molto rinnovare la memoria di quei giorni, degli amici e compagni che non ci sono più, di quello che non capimmo allora, di quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto».

 ?? Volto ?? Marco Baliani La regia dello spettacolo originale è di Maria Maglietta, compagna dell’attore
Volto Marco Baliani La regia dello spettacolo originale è di Maria Maglietta, compagna dell’attore

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