Nel fuoco della rivolta Parole dal Sessantotto
Al San Filippo Neri il reading di Francesca Mazza
«Nel fuoco della rivolta» si chiama il ciclo dedicato alle rivolte che Francesca Mazza ha organizzato nel cartellone di Agorà, rassegna teatrale nel territorio dell’Unione RenoGalliera, con incontri con varie figure di ribelli, politici, sociali, artistici, dalla Politkovskaja a Claudio Morganti.
Una sezione ha iniziato, la settimana scorsa, a guardare al ‘68, con la proiezione di un documentario; domenica a San Pietro in Casale ci sarà una giornata di poesia e poi dal 18 al 20 uno spettacolopercorso attraverso varie stanze di Villa Beatrice ad Argelato con voci, suoni, materiali documentari di quell’anno che incendiò il mondo, dal Vietnam a Parigi, da Città del Messico ai ghetti neri, da Berlino a Roma. L’attrice più volte premio Ubu ne offrirà oggi un’anticipazione all’oratorio di San Filippo Neri in via Manzoni, nella sezione dedicata al ‘68 e nella rassegna «Prima della prima» (ore 20.30, ingresso libero).
«Quello di stasera — ci confida l’attrice — sarà un reading, un’anteprima con me da sola in scena. Sarà una cavalcata attraverso gli avvenimenti, le parole, le idee di quell’anno straordinario». Il modello lo confessa immediatamente: «Guardo a Novecento e Mille di Leo de Berardinis, spettacolo al quale ho partecipato e che rimane un modello di assemblaggio poetico di materiali in piena libertà, scegliendo in modo sentimentale le parti da accostare o contrapporre». Sentiremo, oggi, parole di Adorno, Cacciari, Camilleri, Fallaci, Marcuse, Mieli, Rostagno, Levi e di molti altri. «A volte saranno puri frammenti. Non sarà mai dichiarata la fonte, la data, il luogo. Ho deciso di restituire con una cavalcata simile a un sogno l’atmosfera di quel tempo attraverso un lungo elenco di parole».
Fondamentale è stato il contributo di Alessandro Saviozzi, che ha montato suoni, musiche, canzoni, documenti d’epoca, tratti da varie fonti, a rinforzare quella che l’attrice chiama una «drammaturgia onirica». «Non importa — aggiunge — riconoscere le citazioni, ma entrare in una temperatura, in un’impressione di fecondo disordine, come era quella che si viveva all’epoca», quando in tanti citavano la frase del presidente Mao: il disordine sotto il cielo è grande, la situazione è eccellente. «Mi sono divertita come una pazza in questo montaggio pieno di colori. È stato un viaggio vitale, come le cose che accaddero quell’anno».