«Soldi per la jihad in Siria»
L’uomo fa parte di una rete accusata di finanziare il terrorismo internazionale Arrestato un oppositore di Assad: un agente infiltrato l’ha agganciato al lavoro
Lavorava come magazziniere a Crespellano ed è lì che lo hanno agganciato un informatore e un agente infiltrato che lo monitoravano da quando, nel 2015, era entrato nella lista dei foreign fighter. Ayoub Chaddad, siriano di 39 anni, è stato arrestato con l’accusa di far parte di una cellula che finanziava i jihadisti in Siria. Gli investigatori della Finanza lo hanno prelevato all’alba nella casa in zona Corticella dove vive con la famiglia. A rafforzare gli indizi contro di lui ci sono soprattutto le sue parole, quelle confidate agli infiltrati sul luogo di lavoro. Parole rimaste impresse in un registratore, nelle quali diceva di aver combattuto in Siria e magnificava l’opera dell’Isis e di un’altra formazione jihadista. «Daesh cammina nel giusto, il kamikaze non deve aver paura».
Per gli inquirenti era in contatto con una cellula in Brianza e raccoglieva il denaro
Chi è Ayoub Chaddad? Trentanove anni, nato in Siria e residente in Italia dal 2003, è sulla lista dei foreign fighters del Comitato di analisi strategica antiterrorismo dal 30 ottobre 2015. Residente a Ponte Lambro, in Brianza, ma domiciliato a Bologna, per lo Scico della Guardia di Finanza e per l’antiterrorismo della polizia, sarebbe corriere e procacciatore di denaro per Chidid Subhi, 40enne siriano residente anche lui a Ponte Lambro, ma attualmente in Turchia, da dove, secondo le rivelazioni di un altro siriano detenuto in Sardegna, gestirebbe un vasto giro di finanziamenti al gruppo jihadista salafita armato al Nusra, operante nella provincia siriana di Idlib, e all’Isis.
Sono quattordici le persone arrestate ieri nell’ambito di due distinte operazioni che hanno permesso di sgominare due gruppi organizzati con base tra la Brianza e la Sardegna, distinti ma con referenti in comune, dediti alla raccolta e al riciclaggio di fondi da spedire in Siria per sostenere i gruppi combattenti anti Assad e le organizzazioni terroristiche operanti tra la Siria e il Libano.
Nell’ordinanza firmata dal gip di Brescia si contesta in particolare di aver utilizzato il «sistema hawala consistente nell’effettuare, quali “hawaladar”, su disposizione di terzi cittadini prevalentemente siriani, raccolta, custodia e pagamento di denaro contante, compensazione e trasferimento di debiti e crediti nonché di intermediazione nel cambio di valuta italiana». Un giro di soldi di centinaia di migliaia di euro. Contro Ayoub Chaddad, che ieri mattina alle 5 è stato prelevato dalla sua casa in zona Corticella dai finanzieri del comando provinciale di Bologna in supporto agli uomini dello Scico, ed ora si trova in carcere a Brescia, ci sono principalmente le informazioni raccolte tramite un infiltrato sotto copertura, nonché i suoi rapporti, dimostrati anche dalle intercettazioni, con gli esponenti brianzoli dell’associazione a delinquere.
Ma il suo passato di combattente in Siria, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, sarebbe testimoniato anche da video su Youtube che lo ritraggono armato con i gruppi combattenti. In una prima fase delle indagini, però, il gip aveva «escluso lo stabile inserimento» di Ayoub nell’organizzazione, visto che l’unico assegno di 45.000 euro intestato a lui e rinvenuto in possesso di un altro indagato a Fiumicino, non è risultato essere né effettivamente destinato a lui né provento di attività illecite.
Da qui la decisione di «agganciarlo» tramite un infiltrato per trovare conferma alle tesi investigative, conferme arrivate secondo gli inquirenti poi dalle stesse rivelazioni del 39enne.
Se dei trasferimenti di denaro provenienti da Ayoub, però, i finanzieri non sono ancora riusciti a trovare traccia, ci sono prove di altri 51.250 euro, che l’8 dicembre 2016 una persona non identificata viene a prelevare a Bologna da un macellaio egiziano per portarli poi a Milano a uno degli emissari dell’organizzazione. Il giudice ha disposto per lui il carcere per un solo capo d’accusa, il più pesante: il finanziamento agli affiliati jihadisti di Al Nusra.
Le accuse