Corriere di Bologna

La moglie non ci sta «Mandava tutto alla famiglia»

Incredula la donna: guadagna 50 euro al giorno in nero, i soldi li mandava ai parenti

- An. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Un incubo, venite qui a casa a vedere come viviamo, come potremmo mandare soldi in Siria?». La moglie del siriano arrestato ieri parla dalla sua casa in zona Corticella. È incredula: «Ha combattuto in Siria contro le milizie di Assad per proteggere la sua famiglia ma non è un terrorista». Gli inquirenti lo accusano di far parte di una rete che finanziava i jihadisti: «Guadagna 50 euro al giorno in nero, ma quali soldi? Tornato dalla Siria non ha più voluto parlarne».

«Entrate a casa mia, vedrete come viviamo in due stanze con due bambini di 11 e 8 anni e un affitto di 530 euro. Se mio marito avesse dei soldi, li darebbe alla famiglia prima di mandarli in Siria». Bouchra, marocchina 32enne, è la moglie di Ayoub e respinge qualsiasi accusa di finanziame­nto al terrorismo mossa al marito. «Quando è scoppiata la guerra è andato in Siria per capire come stavano i suoi genitori, nel 2011, poi non è riuscito a rientrare in Italia. Sono andata anch’io con lui con i bambini nel 2013 poi sono tornata qui. Lui è tornato nel 2015 e non ci è più andato».

Ma suo marito ha raccontato di aver combattuto in Siria.

«Tutti girano armati in Siria perché c’è la guerra civile. Mio marito ha combattuto contro il regime di Assad ma per difendere sé e la sua famiglia. Hanno ucciso suo fratello, suo cugino. Se le milizie entrano in casa tua armate, tu combatti per difenderti».

Ma suo marito inneggiava a Daesh, ai kamikaze. È un fondamenta­lista?

«Assolutame­nte no. Noi siamo sunniti ma non siamo integralis­ti. Io vado al mare in bikini, mio marito va in discoteca a ballare».

Perché mandava soldi in Siria?

«Gli unici soldi che abbiamo mandato ogni tanto sono 100-200 euro per sua madre e sua sorella. Ho qui la mia Western Union dove c’è tutto memorizzat­o. Siamo persone oneste, io lavoro come domestica part-time e lui fa il muratore, il ciappinaro, ma un giorno lavora un altro no. Come faremmo a mandare i soldi in Siria?».

Quando è tornato ha mai parlato del Daesh? Guardava video sullo stato islamico?

«Non ha più voluto parlare della Siria, voleva dimenticar­e quella maledetta guerra».

Perché raccontava quelle cose al collega che poi si è rivelato essere un infiltrato?

«Quell’uomo ha cenato anche a casa mia, ma io non so chi sia. Non mi è mai piaciuto, ma mio marito è una persona che dà confidenza a tutti, si fida».

Stamattina cosa vi hanno detto i finanzieri?

«Sono venuti alle 5, erano tanti, i bambini si sono svegliati e piangevano. Io capisco che debbano fare questi controlli perché siamo stranieri, ma per una persona fare tutto questo, non è giusto. Mi hanno detto che lo portavano via per un controllo».

Sapeva che suo marito era nella lista dei foreign fighters? È mai stato fermato?

«Mai. Quando è tornato in Italia nel 2015 è arrivato in aereo a Bologna. È scappato prima in Libano dalla Siria, da lì ha preso l’aereo ma quando è entrato in Italia nessuno gli ha fatto domande. Se fosse stato un foreign fighters, non avrebbero dovuto fermarlo? Vive in Italia da dieci anni, prima stavamo a Erba dove hanno arrestato altre persone».

 Mio marito ha combattuto contro il regime di Assad ma per difendere i suoi cari, se ti entrano in casa le milizie non puoi far altro che girare armato

 Siamo sunniti ma non integralis­ti, io vado al mare in bikini e lui in discoteca a ballare, con quello che guadagnamo non potremmo mandare soldi in giro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy