«Ossa scambiate al cimitero, pronti all’appello»
Dopo la condanna della Bsc
«Effettuiamo più di 3.000 operazioni di disseppellimento all’anno e solo in questo caso ci sono stati rilievi e contestazioni». Con una nota congiunta Simone Spataro e Massimo Benetti, presidente e amministratore delegato della Bologna Servizi Cimiteriali replicano alla sentenza che ha stabilito la condanna di risarcimento per la società che gestisce il cimitero della Certosa: la decisione del Tribunale civile riguarda un’estumulazione durante la quale le ossa di 20 salme conservate nella cappella storica di una famiglia bolognese sono state mischiate e perse. «Le nostre operazioni avvengono nel pieno rispetto del sentimento dei familiari dei defunti e con scrupolosa attenzione — scrivono i vertici della società —. Pur rispettando doverosamente la sentenza emessa, ci riserviamo di fare appello, confermando la correttezza dell’operato del personale e giudicando strumentali ed infondati i presupposti dell’azione». La causa nasce nel 2013, quando i committenti chiesero di estumulare 17 delle 23 salme conservate nella cappella: i corpi vennero estratti dai loculi e conservati in delle cassette di zinco, mischiando però ossa appartenenti a 20 persone diverse. Nella confusione sarebbero andati persi i resti di due gemelli morti neonati. Durante il processo a dare ragione alla famiglia che ha intentato causa sono state anche le perizie di un antropologo e di un ingegnere che ha refertato le condizioni strutturali della cappella: secondo la concessionaria infatti a provocare i problemi sarebbero stati dei crolli interni alla struttura, dovuta alla presenza di troppe salme. (M.G)