«Squadra generosa ma acerba»
L’analisi di Gentile: «Abbiamo perso troppe occasioni per strada»
Alessandro Gentile, dopo un’intera stagione nelle prime otto proprio all’ultima giornata ne siete usciti. Quanto brucia?
«Fa male, certamente. Non c’è molto da dire, ci dispiace, abbiamo perso tante occasioni e purtroppo bisogna accettare il verdetto del campo».
Come si spiega il primo tempo di Reggio Emilia che ha reso vana la grande reazione della ripresa?
«Abbiamo perso tante occasioni quest’anno, possiamo recriminare solo con noi stessi. Poi chi deve sapere le cose successe all’interno della squadra, penso le sappia. Ognuno si deve fare un esame di coscienza quando le cose vanno male e io sono abituato a farlo sempre, a prendermi le responsabilità. Penso di aver dato sempre tutto, con i miei limiti, con i miei errori e con i miei difetti, quindi esco comunque a testa alta».
A cosa si riferisce?
«Solo ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Penso che nessuno di noi giocatori abbia giocato per perdere, tutti hanno dato il massimo. Chiaramente bisogna anche essere consapevoli che siamo una società nuova, che si sta affacciando adesso al campionato di Serie A. Tutti sanno che la Virtus ha un passato glorioso, ma il presente è diverso e bisogna accettarlo, sapendo che ci sono molte cose su cui lavorare e su cui crescere per chi ci sarà anno prossimo, per chi verrà e per chi sarà scelto per restare qui».
Che idea si è fatto sulle cause di questa mancata qualificazione ai playoff?
«Se perdi sei partite in casa e devi vincere l’ultima su un campo difficile come Reggio Emilia, contro una squadra che non ha niente in ballo e gioca libera mentalmente, è chiaro che qualcosa non è andato. Abbiamo avuto tanti problemi e ci sono tante scusanti, ma penso sia da mediocri guardare a queste cose. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità: il verdetto del campo ci esclude dai playoff e dobbiamo accettarlo».
Come valuta la sua esperienza alla Virtus?
«Penso sia doveroso ringraziare il presidente Alberto Bucci, che mi è stato molto vicino umanamente. Proprio come l’allenatore, Alessandro Ramagli. Poi il preparatore atletico Carlo Voltolini, il fisioterapista Giacomo Naldi, il dottor Amato, tutti quelli che hanno lavorato con noi. Lo staff tecnico, gli assistenti. Ci tengo a fare un ringraziamento particolare a Daniele Cavicchi augurandogli che si riprenda presto, poi Christian Fedrigo. Quando finisce una stagione è giusto ringraziare chi lavora dietro le quinte e magari non appare. Io sono contento, ho trovato tanta gente che mi ha voluto bene e sostenuto. È chiaro che non si può piacere a tutti, sono un personaggio che divide, però è stata una bella esperienza che purtroppo non è finita come volevamo».
Sembrano parole d’addio. «Non sono parole d’addio, però in questo momento scade il mio contratto con la Virtus. Il giocatore fa il giocatore e la società farà le sue scelte. Fino ad ora non ho avuto nessun segnale da parte del club, quindi in questo momento non sono più un giocatore della Virtus. Non è una mia volontà, ma un dato di fatto».
Il futuro Non sono più un giocatore della Virtus: non è una mia volontà, ma un dato di fatto