Salvini querela, Merola vince «Legittima polemica politica»
Denunciato per istigazione a delinquere e minaccia. Il sindaco: «Soddisfatto, era polemica politica»
Salvini querela il sindaco Merola per istigazione a delinquere e minaccia ma il gip archivia tutto. I fatti risalgono al 2016 quando il sindaco disse che Salvini «cercava i sanpietrini».
Il caso
I pm avevano chiesto di mandare in soffitta l’inchiesta ma il leader leghista si era opposto
” Casini Quando la politica finisce nelle aule di Tribunale è sempre una sconfitta per tutti
In questo momento il leader della Lega Matteo Salvini, alle prese con la formazione del nuovo governo insieme ai Cinque Stelle, ha altri pensieri. Ma di sicuro non gli avrà fatto piacere sapere come è andata a finire la sua querela contro il sindaco di Bologna Virginio Merola, denunciato per istigazione a delinquere e minaccia. La Procura aveva già chiesto l’archiviazione, Salvini si era opposto ma il giudice per le indagini preliminare ha deciso di archiviare tutto.
I tempi dei fatti erano quelli dell’ultima campagna elettorale per le amministrative del 2016, quelli dove ogni tanto il leader della Lega arrivava a Bologna per fare campagna elettorale per Lucia Borgonzoni, e spesso veniva contestato duramente dai centri sociali. «Salvini vuole i sanpietrini, non un dibattito libero e democratico» disse allora il sindaco Merola. Il riferimento era al fatto che il leader leghista voleva venire in piazza Verdi a fare campagna elettorale negli ultimi giorni anche senza l’autorizzazione delle forze dell’ordine (alla fine il comizio si farà in piazza Maggiore). In un altra dichiarazione il sindaco accusava il leader leghista di andare a cercare guai e lo invitava a rispettare la città.
A raccontare come è finita la vicenda giudiziaria è stato ieri lo stesso sindaco con una punta di soddisfazione. «Alla richiesta di archiviazione, che già il pubblico ministero aveva formulato, era arrivata l’opposizione del neo senatore Salvini — ha spiegato ieri Merola — ed è per questo che sono particolarmente soddisfatto che il giudice abbia condiviso le ragioni del pm e le argomentazioni che il mio legale, Vittorio Manes, ha esposto in udienza». Salvini, continua il primo cittadino bolognese, «mi aveva accusato per alcune affermazioni fatte durante le fasi finali della campagna elettorale del 2016, ma il giudice ha dato a quelle frasi il solo significato possibile: quello di una legittima polemica politica nell’ambito di una competizione molto accesa».
Uno che di scontri con Salvini si intende molto bene è il leader centrista, eletto in Parlamento nella coalizione di centrosinistra, Pier Ferdinando Casini. Alle ultime elezioni politiche Salvini ha minacciato di candidarsi qui contro Casini e quando poi non ha mantenuto la promessa il leader centrista lo ha preso in giro. «Quando la politica finisce nei Tribunali è sempre una sconfitta per tutti. È giusto che Merola e Salvini si contrappongano nelle piazze della politica ma è assai positivo che queste polemiche non abbiano seguito nei Tribunali. L’imbarbarimento politico è sempre degradante».Ai vecchi tempi Salvini e anche la candidata sindaco Lucia Borgonzoni avrebbero replicato alla decisione del giudice e al commento di Merola in tempo reale. Ora i pensieri, almeno per Salvini, sono altri.