SAPUTO DEVE INVESTIRE DI PIÙ? IL TEMPO DEI MIRACOLI È FINITO
Saputo poteva anche stare a casa sua in Canada se doveva venire qui a farci vedere un Bologna che non ci porta nemmeno una soddisfazione.
BOLOGNA
Gentile Lolli, gentile si fa per dire, perché lei non brilla di gentilezza verso un signore che, fino a oggi, ha speso un pacco di soldi per rimettere in linea di galleggiamento la barca rossoblù. Tanto per essere chiari, non conosco il canadese con dna siciliano, quindi non sono sospettabile di simpatia a prescindere. È stato reclamizzato come uno dei super ricchi del mondo ed è un requisito abbagliante. Nel senso che molti pensano che a un portafoglio gonfio corrisponda sempre una proporzionale propensione a spendere e spandere. Però non è così. Di solito i Paperoni sono molto più bravi a incassare che a dispensare. Quando lo fanno, è perché sono stati spinti dalla convinzione che convenga. Danno con una mano confidando poi raccogliere con due. Per adesso Saputo ha speso e mi pare più di quanto avesse preventivato. Ogni tifoso vorrebbe investimenti no limits. Tanto, mica paga lui. Insomma, sogna la Befana continua ed è l’unico a credere che esista davvero. Magari non più alle nostre latitudini, ma vedi mai a quelle canadesi. Dove invece sanno fare bene i conti: non soltanto quelli delle mozzarelle e affini, anche del pallone. Quando si parla dei bolognesi con grosso conto in banca, si dice che non lo rischiano per i capricci calcistici, poiché hanno la testa sul collo. Non si capisce perché un assai benestante di Montreal dovrebbe fare il contrario; soprattutto non si capisce che, qualora cadesse in tentazione di mecenatismo spinto, qualcuno in famiglia sarebbe pronto a frenarne l’entusiasmo. Dunque, fine del film rossoblù sul futuro molto prossimo in Europa. Con quello che c’è in cassa, è già molto resistere bene in serie A. Domanda: è pronta una più conveniente alternativa? Esiste qualcuno che alzerebbe la mano per subentrare? Dubito, quindi meno male che Joey c’è, perché senza avrebbe potuto non esserci più il Bologna. Tutto ciò non significa che non si possa migliorare. Vuole dire che non è più il tempo dei miracoli e dei proclami. Andando avanti con serietà, dando ancora più efficacia organizzativa al club, puntando sul vivaio e su giocatori a fine carriera che non siano anche a fine corsa, ci saranno progressi, ma non dietro l’angolo, solo dopo avere fatto ancora un po’ di strada. Ora mi accorgo che il discorso sul Bologna calcio si potrebbe ricalcare a proposito dell’Italia. Ci siamo inebriati di promesse (come tanti tifosi). Attenti: da ubriachi la cosa più facile è andare a sbattere.
porta il numero C 020 campeggiava da un po’.
Vista la situazione mi sono rivolta a una delle operatrici addette all’accettazione chiedendo se fosse normale e specificando l’età e il rischio di crisi ipoglicemica della mia mamma (soffre di diabete e, ovviamente, era a digiuno). Mi ha risposto che la situazione è praticamente sempre così perché, trattandosi di un ospedale, ci sono le urgenze.
Si è comunque resa disponibile e mi ha consegnato il ticket