La squadra che tifa per Roberto
Verdi, Mirante e Dzemaili tra i sostenitori del tecnico
Tutto il Bologna è per Roberto Donadoni. O quasi. Perché Mattia Destro sotto sotto ha fatto capire la sua necessità (più che la voglia) di dover cambiare aria in caso di permanenza sotto le Due Torri dell’ex cittì azzurro. E perché Adam Masina non ha mai nascosto più di tanto almeno lontano dai taccuini la sua voglia (più che la necessità) di lasciare Casteldebole, ritenendo di non essere stimato più di tanto né dall’attuale staff tecnico né dalla società. Donsah? Krafth? Di Francesco? No, per tutti e tre il discorso è diverso: è evidente che non possono fare salti di gioia quando stanno a guardare le partite dalla panchina o addirittura dalla tribuna, ma qui ci fermiamo e sarebbe sbagliato andare oltre, anche se lo stesso difensore svedese ha chiesto di essere ceduto in caso di un suo mancato impiego con continuità. E questi concetti per certi versi valgono anche per Krejci e Nagy, che temono di poter perdere anni importanti per il loro percorso. Certo, il loro atteggiamento va anche compreso proprio per quella che è la loro carta di identità.
Sì, il resto del Bologna è tutto con Donadoni, ed è la parte che ha più peso nello spogliatoio, quella che indica la strada per andare avanti e detta anche le regole da seguire e da rispettare. I loro nomi e cognomi sono facilmente identificabili: Rodrigo Palacio, Blerim Dzemaili, Andrea Poli, Antonio Mirante, Simone Verdi, Angelo Da Costa. Che tra l’altro, particolare non di poco conto, hanno più o meno chiaramente detto che fanno il tifo per la conferma di Donadoni e che resterebbero più volentieri se la società facesse valere il suo contratto fino al giugno 2019.
Ora, dire che anche oggi pomeriggio contro il Chievo giocheranno per il loro allenatore sarebbe esagerato e forse neanche corretto fino in fondo, ma di sicuro oltre che per migliorare la classifica e dare una gioia al proprio popolo che pretende legittimamente serietà, il Bologna farà il possibile e anche qualcosa di più per regalarsi e regalare a Donadoni l’atteggiamento giusto. Come d’altra parte è successo negli ultimi cinque impegni, quelli di Genova, Cagliari e Torino in trasferta, e quelli con il Verona e il Milan al Dall’Ara. E poco importa se il Chievo avrà più motivazioni dovendo fare punti per salvarsi, perché in quella che sarà l’ultima partita giocata al Dall’Ara i rossoblù si giocheranno un pezzo di onore. Per chiudere bene questa annata e per cominciare senza veleni quella futura.