«Il mio noir mediterraneo»
Al via oggi a Ravenna e Lugo con puntate a Fusignano e Bagnacavallo ScrittuRa Festival. Si comincia con un ospite d’eccezione, il greco Petros Markaris
Ravenna e Lugo, con puntate a Fusignano e Bagnacavallo: il ravennate si riempie di libri per ScrittuRa Festival, la manifestazione diretta da Matteo Cavezzali e organizzata da Onnivoro che dal 2014 ha portato in uno dei centri storici con più librerie d’Italia grandi nomi della letteratura nazionale e internazionale. Da oggi al 27 maggio in vari spazi ci saranno spettacoli, incontri, letture, presentazione di libri, mostre, passeggiate letterarie, laboratori, iniziative dedicate ai più piccoli. A Ravenna si succederanno autori famosi come il greco Petros Markaris, come Sergio Rizzo, l’autore della Casta, che illustrerà un nuovo volume dedicato al grande imbroglio delle banche, come Paolo Giordano, che presenterà il nuovo atteso romanzo, come Ermanno Cavazzoni con La galassia dei dementi.
Racconteranno, i teatranti Marco Baliani e Marco Paolini (con Gianfranco Bettin), e si parlerà di eroi e antieroi tra teatro e letteratura con Daria Deflorian, Matteo Marchesini, Marco Martinelli. Ci saranno esperienze tutte da scoprire, come un focus sulla letteratura francese più recente, un incontro tra scrittura e fotografia con Paolo Di Stefano e Massimo Siragusa, uno col direttore di Pordenone legge, altro importante festival, o con autori impegnati come Giuseppe Catozzella, Paolo Di Paolo, Mario Capanna, o promotori di scuole di scritture, senza dimenticare uno sguardo ai temi dell’editoria.
A Lugo sfileranno Andrea Marcolongo, autrice di un bel volume Laterza sulla «lingua geniale», il greco, Laura Morante in veste di debuttante scrittrice, nomi noti al pubblico televisivo come Daria Bignardi e Corrado Augias o appartati autori come Antonio Moresco, con, inoltre, Andrea
” Il mio protagonist a è un poliziotto che viene da una regione molto povera, l’Epiro. È una persona di classe mediobassa, come la sua famiglia, formata dalla moglie, una casalinga, e da una figlia che ha studiato ed è diventa un avvocato che si occupa di migranti
Bajani e Andrea Gentile. Chiuderanno, il 26, una «colazione filosofica» sulla crisi degli affetti con Francesco Magris e Paolo Nelli, la presentazione della storia di Rosella Postorino sulle ragazze che assaggiavano i cibi per salvare Hitler da tentativi di avvelenamento (Feltrinelli), e gran finale con Walter Siti.
L’apertura, oggi al palazzo dei Congressi di Ravenna alle 18, è affidata a una star del cosiddetto «noir mediterraneo», uno scrittore sottile, umoristico e affilato come il greco (nato però in Turchia nel 1937) Petros Markaris, già sceneggiatore con Angelopoulos, creatore del Maigret ellenico, il commissario Charitos. Con tre romanzi, Prestiti scaduti, L’esattore e La resa dei conti ha attraversato con lucidità gli anni peggiori della crisi del suo paese, trasportandoci tra ingorghi indistricabili di auto a causa di manifestazioni di protesta, marciapiedi con le vetrine sbarrate, pensionati che si suicidano per non pesare sulle finanze pubbliche, periferie desolate, intrighi di potere di ogni genere, appetiti scatenati di squali alla conquista di denaro o privilegi risparmiati dalla crisi, vite di gente normale, che economizza su tutto. Torna, il commissario, con una nuova indagine, L’università del crimine (edizioni La Nave di Teseo).
Per capire meglio chi è questo personaggio abbiamo raggiunto il suo autore, impegnato prima di Ravenna al Salone del libro di Torino. Tra un incontro e l’altro ci ha raccontato così Kostas Charitos: «È un poliziotto che viene da una regione molto povera, l’Epiro. È una persona di classe medio-bassa, come la sua famiglia, formata dalla moglie, una casalinga, e da una figlia che ha studiato ed è diventa un avvocato che si occupa di migranti».
In questo ultimo romanzo all’improvviso si trova a sostituire il commissario capo, andato in pensione prima del tempo, assumendo sulle proprie spalle la responsabilità della questura. E si trova a dover sbrogliare la difficile matassa dell’uccisione di due professori universitari diventati ministri. La morte violenta di un altro docente porta in grovigli tra accademia e politica. Charitos però, continua Markaris, non è un esemplare della nuova Grecia: «È piuttosto un esempio di quello che la cultura greca era solita essere prima di credere di essere proiettata in un processo di ascesa sociale, prima che i greci pensassero di essere diventati ricchi, di consumare e rovinarsi. La crisi oggi non è passata: è sempre con noi, ci ama tantissimo, non ci vuole lasciare mai». Tutto questo ha di fronte Charitos, amante del buon cibo tradizionale, proprietario di una modesta Seat, uomo comune con un’acutezza particolare, investito all’improvviso di una responsabilità gravosa.