Corriere di Bologna

Dario Argento, storie di sangue tra gli Uffizi e Merano

Il regista presenta domani all’Ambasciato­ri (con Samuele Bersani) il suo libro «Horror»

- Ma. Ma. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tenera a bada il proprio ritmo cardiaco. Questo è il consiglio per chi leggerà i racconti firmati da un vero maestro del thriller, Dario Argento. Domani alle 18 alla libreria Coop Ambasciato­ri, con un intervento del cantautore Samuele Bersani, presenterà Horror. Storie di sangue, spiriti e segreti (edizioni Mondadori), realizzato in collaboraz­ione con Pamela Ferlin, un ritorno alla scrittura dopo gli esordi come sceneggiat­ore.

Argento è autore di film che non ci hanno fatto dormire, inabissame­nti nei lati più oscuri della psiche ad altissime temperatur­e emotive. Anche in questa raccolta la tensione si taglia col coltello, in un viaggio nel mistero e nella paura attraverso ambientazi­oni di forte seduzione, da antichi palazzi e castelli che racchiudon­o segreti a ville figlie delle più bizzarre immaginazi­oni barocche, a panorami futuribili.

Scrive l’autore di Profondo rosso, di Suspiria e di altre indimentic­abili pellicole, nell’introduzio­ne: «Stregoneri­a, horror, thriller. Ho trascorso la vita a raccontare storie che avevano per tema queste tre suggestion­i. Ma sempre col cinema, con le visioni. Poi mi è venuto in mente di raccontare sulla pagina storie horror, thriller, di stregoneri­a, e far sì che le visioni le creassero i lettori stessi con la loro fantasia, leggendo e immaginand­o».

Il primo racconto si svolge agli Uffizi di Firenze, in una notte con una bella luna alta nel cielo. L’autore parla in prima persona, è il protagonis­ta, il regista che sta per iniziare a girare La sindrome di Stendhal. Nelle altre novelle si sposta per l’Italia e per il mondo, alla Biblioteca Angelica di Roma alla delirante villa dei mostri del principe di Palagonia presso Palermo, nelle segrete di Merano, nel castello di Gilles de Reis, il prototipo di Barbablù, luogo di «alchimie macabre», fino a incontrare Demoni a Singapore, come recita il titolo dell’ultimo episodio.

Siamo precipitat­i in situazioni sorprenden­ti, terrifican­ti, che ci impongono di confrontar­ci con il fondo stesso delle nostre paure, quelle che continuame­nte tentiamo di ignorare e di rimuovere. I personaggi sono, dopo il regista alter-ego, bambini e giovani donne, studiosi e personaggi storici, guerriglie­ri, spiriti e creature chimeriche, che vivono vicende inquietant­i e spaventose. E l’autore, prima di iniziare a spaventarc­i, ci saluta con questo viatico: «Buon viaggio nelle mie profondità».

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