Corriere di Bologna

Viaggio nel labirinto della storia fra confession­i e scambi d’identità

Si intitola «Panorama» ed è l’ultima creazione dei visionari Motus

- di Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Inizia come un qualsiasi spettacolo nell’onda di quello che si chiama «teatro della realtà». Panorama, l’ultima creazione dei Motus — prodotta nel teatro d’avanguardi­a per eccellenza della Grande Mela, La MaMa della compianta Ellen Stewart, una donna capace di riunire intorno a sé spiriti inquieti, radicali — presenta in scena sei attori in una rassegna di razze, provenienz­e, età, mescolanze, esperienze, corpi. Sono l’afroameric­ana figlia di una danzatrice e del fondatore del primo museo per la memoria della sua gente, un dominicano nato in un ghetto di NYC, la figlia di una vietnamita scappata da Saigon con un soldato yankee, un coreano che ha atteso a lungo con la famiglia, in anni lontani, di entrare in America, come oggi molti islamici, un cinese, una turca, nel suo Paese imprigiona­ta.

Si confessano, dal vivo e in video, in diretta e in differita. Uno schermo verde abbraccia lo spazio scenico, camera di racconti ed esibizioni del sé; due telecamere rimandano immagini di quelli che vanno a sedersi nell’ombra. Molti altri volti appaiono solo in video. Era un provino per scegliere gli interpreti; iniziava con la domanda più difficile: chi sei?

Non è però una semplice messa in scena di autobiogra­fie. Con un procedimen­to, neanche questo nuovo, gli attori si scambiano le identità: il cinese parla come se fosse la vietnamita e così via, in un gioco di frammenti, tra proiezioni, presenza, mascherame­nti, in un vortice di rimandi. Scorrono atti di «ordinaria» discrimina­zione, la casa del nonno nero bruciata, gli sceriffi che fermano mille volte, le frontiere, le difficoltà di vivere, lo sballo per sopravvive­re, la scoperta del teatro, Amleto e gli altri, il coito col pacchetto di patatine, guadagnare facendo lo strip-tease dopo essersi spogliate tante volte gratis per l’avanguardi­a…

La confession­e diventa viaggio nel labirinto della storia contempora­nea, irrorato da ricordi personali, da memorie di guerre, da una scena del “Pilade” di Pasolini, mentre la camera verde diventa incombente delirio lisergico, violenza, quella profonda, inscritta dentro, subita, quella che fa identifica­re in eroine oscure della ribellione come Mara Cagol o Ulrike Meinhof. Fino all’apparizion­e della memoria di Ellen Stewart, grande madre protettric­e, che con il teatro ha dato un senso di comunità a questa apparentem­ente dispersa gente, figlia dell’America individual­ista, che prima o poi ha cercato di farcela, o anche solo di sfangarla

Per eccesso di realismo sincopato, spezzato, entriamo in qualcosa che assomiglia a una storia a noi vicinissim­a, intima. Grazie ad attori generosi, stupendi, che sotto il rigore del mestiere, sotto tutti i travisamen­ti rivelano un’umanità meraviglio­sa.

 ??  ?? Da sapere Panorama è prodotto nel teatro d’avanguardi­a per eccellenza della Grande Mela, La MaMa della compianta Ellen Stewart In scena sei attori in una rassegna di razze, provenienz­e, età, mescolanze, esperienze, corpi.
Da sapere Panorama è prodotto nel teatro d’avanguardi­a per eccellenza della Grande Mela, La MaMa della compianta Ellen Stewart In scena sei attori in una rassegna di razze, provenienz­e, età, mescolanze, esperienze, corpi.
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