BORGHI (ASP) «MA GORINO È LONTANA»
Il presidente di Asp, capofila del progetto che supera l’emergenza
Casi come quelli di Gorino, in questo primo anno di progetto Sprar, il presidente dell’Asp Gianluca Borghi non ne ha visti. «Abbiamo posto l’attenzione su un’accoglienza diffusa di piccoli gruppi che sta portando ad una convivenza senza episodi eclatanti e che permette anche agli operatori di gestire al meglio l’inclusione. Tutti i distretti stanno prendendo sul serio questa programmazione».
Tutti i distretti, lei dice. In realtà molti Comuni sono ben al di sotto dei numeri richiesti.
«Sì è vero, ma stanno arrivando nuove aperture di spazi. E poi a breve ci sarà la trasformazione dei centri Cas, quelli dell’accoglienza straordinaria, in Sprar, che ragiona fuori da una logica d’emergenza. La situazione che oggi abbiamo era prevedibile, si tratta di un percorso inedito. C’è un confronto costante tra noi, le cooperative, gli uffici comunali perché bisogna sempre muoversi e prendere le decisioni assieme. Domani (oggi, ndr)
sarò ad Anzola per spiegare ai cittadini l’arrivo di un piccolo appartamento di profughi, cosa si farà e come verrà gestito. Bisogna ascoltare sempre tutti e mai forzare la mano».
Sì, ma ad oggi lo squilibrio è enorme tra Bologna e gli altri Comuni. Come si risolve?
«Con il richiamo alla coerenza e all’impegno che tutta la Città metropolitana si è assunta e che sta producendo già i primi frutti. Ritengo che questo impegno non sarà disdetto dai Comuni, non penso proprio sia un’ipotesi all’orizzonte. Saranno tutti conseguenti all’accordo preso. È una programmazione triennale, è chiaro che non era pensabile un’accoglienza piena entro i primi dodici mesi. Ma si andrà verso quella direzione».
Ma perché a Bologna ha così tanti posti rispetto al resto dell’area metropolitana? C’entra l’Hub di via Mattei?
«C’entra l’Hub ma non solo. A Bologna c’è anche una buona progettualità degli operatori, molti servizi a disposizione, penso solo ai corsi di formazione o d’italiano. E c’è maggiore possibilità nel reperire spazi. Si dice che Bologna sia una città molto attrattiva, lo è anche in questo senso».
Ci sono Comuni che non hanno voluto accogliere?
«Ci sono dei Comuni che conoscendo il territorio e le loro dinamiche ci hanno chiesto un’ulteriore valutazione rispetto alla nostra proposta di accoglienza, magari per riflettere sull’ipotesi di uno spazio alternativo. Ma tutto questo è normale e doveroso. E in più, quando succede, arriviamo sempre all’obiettivo che ci siamo dati».
Ma è vero che è più facile trovare appartamenti sfitti in montagna rispetto alla pianura?
«C’è più disponibilità, ma poi c’è anche il tema dello spostamento degli operatori. Anche in questo caso, cerchiamo sempre di trovare un equilibrio».
In città, ora toccherà a Villa Aldini e al centro Zaccarelli che da Cas diventeranno punti Sprar.
«È l’obiettivo che Prefettura e Comune si sono dati. Un percorso irreversibile, finita l’emergenza tutti i Cas si devono trasformare. A Villa Aldini e al Zaccarelli ci saranno attività, un’attenzione al tema dell’inserimento sociale e della lingua».
Intanto potrebbe nascere un governo 5 Stelle-Lega e Salvini ha già promesso che dimezzerà i fondi per l’accoglienza.
«Noi cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro attuando norme statali, regionali e seguendo le indicazioni comunali. Questo facciamo e questo continueremo a fare. Ho le mie idee, ma non posso prescindere dal mio ruolo che è quello di gestore di un servizio pubblico. Ciò premesso, l’Asp è un’azienda che accoglie persone, ed è evidente quanto io pensi che un investimento nel sociale sia importante».
” È vero alcuni Comuni accolgono meno ma si tratta di un percorso inedito e spalmato su tre anni, non era pensabile arrivare a regime nei primi dodici mesi
” Un governo M5S-Lega? Non so che impatto avrà su ospitalità e fondi, le mie idee le tengo per me ma credo che un investimento nel sociale sia sempre importante