«Democrazia sotto attacco»
Merola contro Lega e M5S. «Basta litigi sui nomi nel Pd, ora alleanze e idee nuove» Stadio, il pressing del sindaco: «La città non aspetta più, progetto entro settembre»
«Credo sia necessario un raggruppamento per l’Europa e la democrazia perché la deriva populista ci può portare ad un’ipotesi di Stato autoritario. Così è sotto attacco la democrazia». Non usa giri di parole il sindaco Merola per descrivere il momento politico del Paese, difende l’operato del presidente della Repubblica, spiega che è stato il leader della Lega Matteo Salvini a voler tornare al voto e accusa i Cinque Stelle di essere stati subalterni. Al suo partito dice che «deve aprire una fase di ascolto nei circoli con gli iscritti, gli elettori, le forze economiche e sociali» e che deve presentare una proposta (il sindaco dà qualche contributo) e non aprire ora la discussione sulla leadership.
E poi affronta anche il tema dello stadio e pone una serie di condizioni al patron del Bologna Joey Saputo per arrivare in fondo con il progetto del restyling del Dall’Ara: «Il progetto deve arrivare prima del 15 settembre, non fermeremo la città, non aspetteremo. E deve essere sostenibile economicamente e ambientalmente altrimenti non si fa».
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è rimasto contrario alla nomina di un ministro dell’Economia euroscettico e a quel punto il governo Lega-Cinque Stelle è saltato e ora si torna a votare in un clima tesissimo. Qual è la sua valutazione di quello che è successo nelle ultime ore?
«Il Presidente Mattarella — spiega il sindaco di Bologna, Virginio Merola — ha difeso l’interesse nazionale e la Costituzione. Quello che è successo è stato un pretesto sfruttato da Salvini e subito dai Cinque Stelle che ancora una volta dimostrano la loro incapacità anche tattica. Sono state usate le istituzioni a danno dei cittadini».
Il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha ventilato l’ipotesi di chiedere l’impeachment per il Presidente della Repubblica. Che ne pensa di questa idea?
«Che dimostrano ancora una volta una cultura politica pericolosamente antidemocratica: non c’è stato alcun tradimento di Mattarella, il Presidente ha esercitato le sue prerogative. Non si fa saltare un governo per un nome».
È preoccupato per la situazione del Paese?
«Credo che sia necessario un raggruppamento per l’Europa e la democrazia perché la deriva populista ci può portare a un’ipotesi di Stato autoritario. Così è sotto attacco la democrazia».
Che cosa deve fare in questo momento molto complicato per la vita pubblica del Paese il Pd, il suo partito?
«Deve mettere da parte i personalismi e ascoltare gli iscritti. Deve avviare una campagna di ascolto, aprire i circoli a elettori e tesserati e anche alle forze economiche e sociali per chiedere un cambiamento dell’Italia e dell’Europa».
Ad aprile lei aveva chiesto al Pd di tentare un accordo con i Cinque Stelle per provare a unire l’Italia e gli italiani. Si è pentito di quella posizione politica alla luce di quello che è successo dopo oppure a maggior ragione resta convinto di quella strada?
«Ora non è importante sapere chi ha avuto ragione e chi ha avuto torto. Bisogna aprire una fase di ascolto, provare a cambiare l’Italia. Il Movimento Cinque Stelle ha dimostrato di essere subalterno a Salvini e Di Maio scomparirà presto dalla scena politica. La destra è forte, anche qui, ed è necessaria un’alternativa di sinistra democratica». (Il sindaco sospende qualche minuto l’intervista per vedere in tv l’intervento del premier incaricato Carlo Cottarelli.
Questione di minuti e riprende il colloquio).
Che impressione le ha fatto Cottarelli?
«Mi sembra una persona con la testa sulle spalle, ora sarebbe importante approvare una legge di Stabilità, ma è sicuro che si apre una campagna elettorale lunghissima e dovremo essere bravi a contrastare le bufale, dobbiamo ristabilire la forza della verità, siamo circondati da troppe menzogne. La prima verità è che sono stati loro a non fare il governo. Non c’era il governo eletto dal popolo, non c’è mai stato. Si sono comportati peggio della casta dei partiti, hanno usato le istituzioni: il Parlamento e la Costituzione non sono cosa loro».
Pensa che il centrosinistra aprirà davvero un dialogo con il movimento dei sindaci guidato dal primo cittadino ed ex Cinque Stelle, Federico Pizzarotti?
«Penso che serva un grande campo democratico per portare il Paese fuori da una fase difficile. Io guardo con grande interesse alla sua proposta. Bisogna ricostruire un percorso e iniziare dalle città».
Davvero il suo partito può presentarsi a un appuntamento così importante come le prossime elezioni politiche senza aver risolto il nodo della leadership?
«Sarebbe un errore fare una discussione adesso sulla leadership, la gente non ci chiede questo. Serve una proposta forte e alternativa: la nostra gente vuole idee, non nomi».
Cosa bisogna scrivere in questa proposta alternativa dell’alleanza democratica del 2018 secondo lei?
«Serve un fondo europeo per le infrastrutture e il welfare gestito dalla Bce e dalla Banca europea degli investimenti, si deve introdurre il reddito di inclusione ma prendendo il modello dell’Emilia-Romagna, non si possono dare soldi a tutti per stare a casa. Poi si deve governare seriamente la politica
” Guardo con grande interesse la proposta di Pizzarotti, bisogna ricostruire un percorso e iniziare dalle città
dell’immigrazione dall’Europa, stabilendo che chi non rispetta le quote previste dagli accordi non prende neanche i fondi europei. Serve anche una politica sulle tasse che le riduca davvero ai redditi medio bassi, facendo pagare di più i ricchi e che si accompagni a una severa politica di lotta all’evasione. Noi la lotta
”
Il 15 settembre partirà il laboratorio di urbanistica partecipata, non aspetterò oltre i piani del Bologna
” Per Oz e l’Xm24 stiamo prendendo in considerazione aree dismesse dalle ferrovie, ma è presto per dare indicazioni
all’evasione a Bologna l’abbiamo fatta e abbiamo recuperato 90 milioni di euro. Queste sono idee per il mio partito».
Veniamo ai temi amministrativi che riguardano la città. Il patron del Bologna, Joey Saputo sembra pronto a presentare il piano di restyling del Dall’Ara. Si farà l’operazione che prevede an- che come compensazione dell’intervento sullo stadio la realizzazione di una cittadella della moda nell’area dei Prati di Caprara?
«Tutto è possibile, ma tutto è subordinato alla realizzazione del parco urbano ai Prati di Caprara, anche se io non voglio più tenere ferma la città».
In che senso?
«Il 15 settembre partirà il laboratorio di urbanistica partecipata ai Prati di Caprara: il progetto del Bologna deve arrivare prima di quella data, non ci fermiamo più».
Cosa risponde alle critiche degli ambientalisti?
«Quelle aree sono di proprietà dello Stato e di Invimit, noi decidiamo le destinazioni urbanistiche e lì ci sarà il più grande parco urbano della città. Noi siamo interessati al restyling dello stadio, ma tanto per essere chiari per noi la realizzazione del parco urbano è più importante. Questo significa che il progetto del Bologna dovrà essere sostenibile ambientalmente ed economicamente, altrimenti diremo di no. E per essere ancora più chiari non esiste un diritto divino che stabilisce che siano i tedeschi a dover fare la cittadella della moda. Si farà una gara».
Veniamo al Passante di mezzo, l’opera più importante da realizzare nel corso del suo secondo e ultimo mandato. Ora ci sarà un governo non ostile per qualche mese, ma sta di fatto che la Conferenza dei servizi non è ancora stata convocata e che dunque il progetto è in una fase di stallo.
«In una democrazia le procedure vanno avanti lo stesso e la Conferenza dei servizi deve essere convocata, senza che ci sia alcun ostacolo politico. Mi auguro che non si usino le istituzioni per scopi di partito».
E il progetto del tram?
«Siamo tutt’altro che fermi in questa fase di confusione nazionale. Presenteremo il piano urbano della mobilità ed entro dicembre parteciperemo ai bandi per ottenere i finanziamenti per il tram».
Dopo anni di durissime battaglie tra i soci storici della Fondazione Carisbo e i soci istituzionali sembra che sia tornato il sereno con la nomina del nuovo cda. Come valuta il nuovo corso?
«Nella loro autonomia il Consiglio di indirizzo ha votato il cda che era stato proposto. Ci aspettiamo una maggiore convergenza sui provvedimenti utili per la città».
Piazza Verdi è un incubo ricorrente per tutte le amministrazioni, nelle ultime settimane avete preso nuovi provvedimenti con le forze dell’ordine. Se ne uscirà?
«Non siamo stati fermi neanche su piazza Verdi e sulla zona universitaria, la collaborazione con le forze dell’ordine c’è e va avanti e soprattutto abbiamo dimostrato che l’occupazione culturale di quegli spazi è un fatto importante e non vogliamo tornare indietro».
Nei giorni scorsi si è parlato dell’ipotesi della caserma Sani per ospitare l’Xm24, il centro sociale che deve lasciare i locali di via Fioravanti, e per l’associazione Oz. Andranno davvero lì?
«No, quell’ipotesi non è praticabile. Sono andato a visitare Oz, è una realtà bellissima, per loro e anche per gli altri stiamo prendendo in considerazione aree dismesse dalle ferrovie ma è ancora presto per dare un’indicazione. Le cose stanno così sui centro sociali, ma a Bologna spesso ci si fa prendere così tanto dai conflitti che non si ascoltano più le parole».