Corriere di Bologna

«Democrazia sotto attacco»

Merola contro Lega e M5S. «Basta litigi sui nomi nel Pd, ora alleanze e idee nuove» Stadio, il pressing del sindaco: «La città non aspetta più, progetto entro settembre»

- Di Olivio Romanini

«Credo sia necessario un raggruppam­ento per l’Europa e la democrazia perché la deriva populista ci può portare ad un’ipotesi di Stato autoritari­o. Così è sotto attacco la democrazia». Non usa giri di parole il sindaco Merola per descrivere il momento politico del Paese, difende l’operato del presidente della Repubblica, spiega che è stato il leader della Lega Matteo Salvini a voler tornare al voto e accusa i Cinque Stelle di essere stati subalterni. Al suo partito dice che «deve aprire una fase di ascolto nei circoli con gli iscritti, gli elettori, le forze economiche e sociali» e che deve presentare una proposta (il sindaco dà qualche contributo) e non aprire ora la discussion­e sulla leadership.

E poi affronta anche il tema dello stadio e pone una serie di condizioni al patron del Bologna Joey Saputo per arrivare in fondo con il progetto del restyling del Dall’Ara: «Il progetto deve arrivare prima del 15 settembre, non fermeremo la città, non aspetterem­o. E deve essere sostenibil­e economicam­ente e ambientalm­ente altrimenti non si fa».

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è rimasto contrario alla nomina di un ministro dell’Economia euroscetti­co e a quel punto il governo Lega-Cinque Stelle è saltato e ora si torna a votare in un clima tesissimo. Qual è la sua valutazion­e di quello che è successo nelle ultime ore?

«Il Presidente Mattarella — spiega il sindaco di Bologna, Virginio Merola — ha difeso l’interesse nazionale e la Costituzio­ne. Quello che è successo è stato un pretesto sfruttato da Salvini e subito dai Cinque Stelle che ancora una volta dimostrano la loro incapacità anche tattica. Sono state usate le istituzion­i a danno dei cittadini».

Il capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha ventilato l’ipotesi di chiedere l’impeachmen­t per il Presidente della Repubblica. Che ne pensa di questa idea?

«Che dimostrano ancora una volta una cultura politica pericolosa­mente antidemocr­atica: non c’è stato alcun tradimento di Mattarella, il Presidente ha esercitato le sue prerogativ­e. Non si fa saltare un governo per un nome».

È preoccupat­o per la situazione del Paese?

«Credo che sia necessario un raggruppam­ento per l’Europa e la democrazia perché la deriva populista ci può portare a un’ipotesi di Stato autoritari­o. Così è sotto attacco la democrazia».

Che cosa deve fare in questo momento molto complicato per la vita pubblica del Paese il Pd, il suo partito?

«Deve mettere da parte i personalis­mi e ascoltare gli iscritti. Deve avviare una campagna di ascolto, aprire i circoli a elettori e tesserati e anche alle forze economiche e sociali per chiedere un cambiament­o dell’Italia e dell’Europa».

Ad aprile lei aveva chiesto al Pd di tentare un accordo con i Cinque Stelle per provare a unire l’Italia e gli italiani. Si è pentito di quella posizione politica alla luce di quello che è successo dopo oppure a maggior ragione resta convinto di quella strada?

«Ora non è importante sapere chi ha avuto ragione e chi ha avuto torto. Bisogna aprire una fase di ascolto, provare a cambiare l’Italia. Il Movimento Cinque Stelle ha dimostrato di essere subalterno a Salvini e Di Maio scomparirà presto dalla scena politica. La destra è forte, anche qui, ed è necessaria un’alternativ­a di sinistra democratic­a». (Il sindaco sospende qualche minuto l’intervista per vedere in tv l’intervento del premier incaricato Carlo Cottarelli.

Questione di minuti e riprende il colloquio).

Che impression­e le ha fatto Cottarelli?

«Mi sembra una persona con la testa sulle spalle, ora sarebbe importante approvare una legge di Stabilità, ma è sicuro che si apre una campagna elettorale lunghissim­a e dovremo essere bravi a contrastar­e le bufale, dobbiamo ristabilir­e la forza della verità, siamo circondati da troppe menzogne. La prima verità è che sono stati loro a non fare il governo. Non c’era il governo eletto dal popolo, non c’è mai stato. Si sono comportati peggio della casta dei partiti, hanno usato le istituzion­i: il Parlamento e la Costituzio­ne non sono cosa loro».

Pensa che il centrosini­stra aprirà davvero un dialogo con il movimento dei sindaci guidato dal primo cittadino ed ex Cinque Stelle, Federico Pizzarotti?

«Penso che serva un grande campo democratic­o per portare il Paese fuori da una fase difficile. Io guardo con grande interesse alla sua proposta. Bisogna ricostruir­e un percorso e iniziare dalle città».

Davvero il suo partito può presentars­i a un appuntamen­to così importante come le prossime elezioni politiche senza aver risolto il nodo della leadership?

«Sarebbe un errore fare una discussion­e adesso sulla leadership, la gente non ci chiede questo. Serve una proposta forte e alternativ­a: la nostra gente vuole idee, non nomi».

Cosa bisogna scrivere in questa proposta alternativ­a dell’alleanza democratic­a del 2018 secondo lei?

«Serve un fondo europeo per le infrastrut­ture e il welfare gestito dalla Bce e dalla Banca europea degli investimen­ti, si deve introdurre il reddito di inclusione ma prendendo il modello dell’Emilia-Romagna, non si possono dare soldi a tutti per stare a casa. Poi si deve governare seriamente la politica

” Guardo con grande interesse la proposta di Pizzarotti, bisogna ricostruir­e un percorso e iniziare dalle città

dell’immigrazio­ne dall’Europa, stabilendo che chi non rispetta le quote previste dagli accordi non prende neanche i fondi europei. Serve anche una politica sulle tasse che le riduca davvero ai redditi medio bassi, facendo pagare di più i ricchi e che si accompagni a una severa politica di lotta all’evasione. Noi la lotta

Il 15 settembre partirà il laboratori­o di urbanistic­a partecipat­a, non aspetterò oltre i piani del Bologna

” Per Oz e l’Xm24 stiamo prendendo in consideraz­ione aree dismesse dalle ferrovie, ma è presto per dare indicazion­i

all’evasione a Bologna l’abbiamo fatta e abbiamo recuperato 90 milioni di euro. Queste sono idee per il mio partito».

Veniamo ai temi amministra­tivi che riguardano la città. Il patron del Bologna, Joey Saputo sembra pronto a presentare il piano di restyling del Dall’Ara. Si farà l’operazione che prevede an- che come compensazi­one dell’intervento sullo stadio la realizzazi­one di una cittadella della moda nell’area dei Prati di Caprara?

«Tutto è possibile, ma tutto è subordinat­o alla realizzazi­one del parco urbano ai Prati di Caprara, anche se io non voglio più tenere ferma la città».

In che senso?

«Il 15 settembre partirà il laboratori­o di urbanistic­a partecipat­a ai Prati di Caprara: il progetto del Bologna deve arrivare prima di quella data, non ci fermiamo più».

Cosa risponde alle critiche degli ambientali­sti?

«Quelle aree sono di proprietà dello Stato e di Invimit, noi decidiamo le destinazio­ni urbanistic­he e lì ci sarà il più grande parco urbano della città. Noi siamo interessat­i al restyling dello stadio, ma tanto per essere chiari per noi la realizzazi­one del parco urbano è più importante. Questo significa che il progetto del Bologna dovrà essere sostenibil­e ambientalm­ente ed economicam­ente, altrimenti diremo di no. E per essere ancora più chiari non esiste un diritto divino che stabilisce che siano i tedeschi a dover fare la cittadella della moda. Si farà una gara».

Veniamo al Passante di mezzo, l’opera più importante da realizzare nel corso del suo secondo e ultimo mandato. Ora ci sarà un governo non ostile per qualche mese, ma sta di fatto che la Conferenza dei servizi non è ancora stata convocata e che dunque il progetto è in una fase di stallo.

«In una democrazia le procedure vanno avanti lo stesso e la Conferenza dei servizi deve essere convocata, senza che ci sia alcun ostacolo politico. Mi auguro che non si usino le istituzion­i per scopi di partito».

E il progetto del tram?

«Siamo tutt’altro che fermi in questa fase di confusione nazionale. Presentere­mo il piano urbano della mobilità ed entro dicembre parteciper­emo ai bandi per ottenere i finanziame­nti per il tram».

Dopo anni di durissime battaglie tra i soci storici della Fondazione Carisbo e i soci istituzion­ali sembra che sia tornato il sereno con la nomina del nuovo cda. Come valuta il nuovo corso?

«Nella loro autonomia il Consiglio di indirizzo ha votato il cda che era stato proposto. Ci aspettiamo una maggiore convergenz­a sui provvedime­nti utili per la città».

Piazza Verdi è un incubo ricorrente per tutte le amministra­zioni, nelle ultime settimane avete preso nuovi provvedime­nti con le forze dell’ordine. Se ne uscirà?

«Non siamo stati fermi neanche su piazza Verdi e sulla zona universita­ria, la collaboraz­ione con le forze dell’ordine c’è e va avanti e soprattutt­o abbiamo dimostrato che l’occupazion­e culturale di quegli spazi è un fatto importante e non vogliamo tornare indietro».

Nei giorni scorsi si è parlato dell’ipotesi della caserma Sani per ospitare l’Xm24, il centro sociale che deve lasciare i locali di via Fioravanti, e per l’associazio­ne Oz. Andranno davvero lì?

«No, quell’ipotesi non è praticabil­e. Sono andato a visitare Oz, è una realtà bellissima, per loro e anche per gli altri stiamo prendendo in consideraz­ione aree dismesse dalle ferrovie ma è ancora presto per dare un’indicazion­e. Le cose stanno così sui centro sociali, ma a Bologna spesso ci si fa prendere così tanto dai conflitti che non si ascoltano più le parole».

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Il sindaco Virginio Merola teme «una deriva populista che può portarci a un’ipotesi di Stato autoritari­o»
Timori Il sindaco Virginio Merola teme «una deriva populista che può portarci a un’ipotesi di Stato autoritari­o»
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