Legge omofobia, il Comune dice sì Ed è pressing sulla Regione
Il Comune aderisce al progetto di legge regionale di iniziativa popolare contro l’omofobia e le discriminazioni sessuali: il Consiglio ha approvato la delibera che di fatto obbligherà la Regione a discutere in assemblea legislativa il testo per combattere le violenze nei confronti delle persone lgbt. Dopo Bologna anche altre amministrazioni si attiveranno per ampliare la richiesta, che viene festeggiata dall’assessore comunale alle Pari opportunità, Susanna Zaccaria, e da Franco Grillini, presidente di Gaynet. A segnare la delibera è però stata anche una vivace discussione in aula, alla quale ha voluto partecipare in prima persona il sindaco Virginio Merola. Merola ci ha tenuto a essere presente alla votazione. «Siamo 19, non mi fido, meglio stare in aula» ha dichiarato ironicamente il primo cittadino riferendosi al fatto che il gruppo Pd potesse presentare delle «assenze» al momento del voto. E così è stato: la delibera è infatti passata con 23 voti favorevoli raccolti tra i banchi di Pd, Città Comune, Movimento 5 Stelle ed Emily Clancy di Coalizione Civica. Al di là del voto contrario del centrodestra c’è da segnalare la presa di posizione dei due consiglieri dem, Raffaella Santi Casali e Piergiorgio Licciardello, che al momento dell’approvazione del documento hanno abbandonato il proprio seggio: una spaccatura su questi temi non nuova. Guardando più a sinistra un altro piccolo «caso» ha riguardato Coalizione Civica, con l’astensione al voto del capogruppo Federico Martelloni, più critico rispetto alla collega di partito nei confronti della bocciatura ottenuta dagli emendamenti presentati. Ma per Grillini, ex consigliere regionale, si tratta «di un voto importante perché per la Regione sarà obbligatorio discutere la legge, grazie al voto di Bologna abbiamo già raggiunto la quota di elettorato necessario, ma altri si aggiungeranno». Per la Zaccaria «sui diritti civili sarebbe bello vedere un voto unanime, ma sono molto soddisfatta così».