«Sapete cos’è il femminicidio?» La violenza spiegata dagli alunni
Le medie Lavinia Fontana scrivono un giornale guidati dai carabinieri
Hanno prima distribuito un questionario a tutti gli studenti della loro scuola, ai docenti e ad alcuni genitori. Poi hanno analizzato le risposte una per una. E alla fine hanno messo i risultati del test nero su bianco sul loro giornale interno «Lavinia Informa», tutto dedicato, quest’anno, al tema del femminicidio e della disparità di genere. Così gli studenti della seconda A delle medie Lavinia Fontana hanno affrontato nei mesi scorsi un tema di grande attualità, guidati dalla loro docente di Lettere, Flora Milena Di Gioia, e dal maggiore dei carabinieri Diego Polio, entrato in classe come «prof» d’eccezione per spiegare cos’è il femminicidio e dove affonda le sue radici.
Un progetto partito a inizio anno scolastico, i cui frutti saranno presentati domani mattina nella sede del comando provinciale dei carabinieri in via dei Bersaglieri. E il giornalino non è che l’esito tangibile di un percorso lungo un intero anno scolastico, perché il risultato più importante è stato un altro. «I ragazzi — spiega la dirigente scolastica delle Lavinia Fontana, Giovanna Facilla — hanno capito cosa sono gli stereotipi di genere e cos’è la violenza di genere, concetto che prima non conoscevano. Questo lavoro li ha indotti a riflettere, a porsi delle domande con i loro pari, ma anche con la docente e con i carabinieri che sono venuti in classe».
Nelle più di trenta pagine del giornale della scuola, gli studenti sono partiti dall’analisi semantica del termine «femminicidio» per arrivare ad analizzare le risposte dei loro compagni di banco e di alcuni adulti a cui è stato somministrato il questionario. Con una «sorpresa», come si legge nella stessa parte introduttiva della pubblicazione: «Non è universalmente riconosciuto che chi subisce violenza è vittima di un reato e chi commette violenza è autore di un reato: un intervistato su tre non riconosce nè la gravità nè l’entità del reato». Ma attraverso il lavoro durato mesi, gli alunni della seconda media della scuola di via D’Azeglio sono arrivati poco
«Vogliamo continuare il lavoro sugli stereotipi di genere, punteremo sul linguaggio»
alla volta a comprendere i contorni di un tema tanto complesso quanto attuale. E su cui c’è ancora molto da lavorare. «In molti — scrivono i ragazzi sul giornale — condividono l’idea che uomini e donne possano svolgere le stesse attività, altri pensano che ci siano attività solo per uomini e solo per donne. Ad esempio, molti sostengono che il calcio o qualunque sport in cui ci sia un grande sforzo fisico, sia esclusivamente per maschi, anche se negli ultimi anni si è sviluppato molto il settore dello sport femminile».
E i lavori domestici? «In pochi pensano che siano prerogativa solo delle donne, il che conferma ancora, però, la presenza di una cultura maschilista e stereotipata». Chi sostiene che i lavori domestici siano prerogativa femminile, ritiene ancora che quella domestica sia «un’attività umiliante per gli uomini».
La professoressa Di Gioia ha preso per mano gli alunni e indicato loro la strada per superare le differenze di genere. Ma è solo l’inizio. «Continueremo in questo lavoro di consapevolezza — spiega la preside Facilla —, mi piacerebbe che questo progetto continuasse nei prossimi anni, magari approfondendo il tema del linguaggio di genere e del ruolo delle donne nella società. Serve una rivoluzione culturale e la scuola ha un ruolo importante. Lo faremo coinvolgendo i docenti di altre discipline come arte e musica». Ma non solo: la dirigente dell’Ic 19 ha voluto estendere il progetto contro la violenza di genere anche alle Cremonini: «La nostra scuola primaria è tra le 20 scelte in Italia dal ministero per le Pari opportunità per il progetto “Creative” contro la violenza alle donne».