Corriere di Bologna

Il moscerino e il meccanismo che spiega veglia e sonno La lezione del Nobel Rosbash

Lo scienziato, che ha ottenuto il Premio nel 2017 con due colleghi, terrà una lezione per il Festival della Scienza medica

- Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è un orologio interno che scandisce la nostra vita e regola i processi biologici del nostro organismo. Ad esempio quando è il momento di dormire e quando è il momento di svegliarci. La scoperta di questo sofisticat­o timer, il cui mal funzioname­nto è alla base di tante malattie, è valso il premio Nobel per la medicina nel 2017 allo scienziato americano Michael Rosbash e ai colleghi Jeffrey Hall e Michael Young. Il primo sarà a Bologna l’1 giugno per tenere una lectio magistrali­s nell’aula magna di Santa Lucia nell’ambito della quarta edizione del Festival della Scienza medica che si è tenuto a inizio maggio.

Si intitola «Ritmi circadiani, moscerini della frutta e finanziame­nto pubblico alla ricerca di base» la conferenza di Rosbash, introdotta dal presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi Monaco e dal neurologo dell’Istituto di scienze neurologic­he Giuseppe Plazzi, tra i massimi esperti al mondo di narcolessi­a. «Studiano i moscerini della frutta Drosophila, Rosbash e Hall in particolar­e — spiega Plazzi — hanno chiarito come funziona il gene che regola il normale ritmo biologico quotidiano, dimostrand­o come questo codifichi una particolar­e proteina che si accumula nelle cellule durante la notte e viene poi degradata nell’arco della giornata». I livelli di questa proteina oscillano sulle 24 ore, in sincronia con il ritmo circadiano. Quando c’è un disallinea­mento, anche solo temporaneo, tra l’ambiente esterno e il ritmo biologico interno, basti pensare al jet-leg, il nostro benessere vacilla: ad una costante mancanza d’equilibrio tra stile di vita e ritmo circadiano è infatti associato un aumento del rischio di incorrere in malattie.

«Insieme ai miei colleghi — ha spiegato lo stesso Rosbash — abbiamo identifica­to i meccanismi sottostant­i la sincronizz­azione circadiana, scoprendo che tali meccanismi si sono conservati evolutivam­ente in tutti gli animali. In altre parole, i progressi ottenuti dallo studio di Drosophila sono trasferibi­li alla ricerca sugli esseri umani. Nel moscerino, come nell’uomo, l’orologio circadiano governa infatti larga parte di tutta l’espression­e genica. Questo spiega come una considerev­ole parte della fisiologia animale (dalla biochimica al metabolism­o, dall’endocrinol­ogia al comportame­nto e al sonno) risulti sotto il controllo circadiano. Studiare il rapporto tra la funzione circadiana, il cervello ed il sonno nel moscerino è ulteriorme­nte facilitato dal fatto che l’orologio circadiano del cervello di Drosophila

” Plazzi Studiando i Drosophila ha chiarito come funziona il gene che regola il normale ritmo biologico quotidiano

conta solo su 75 coppie di neuroni, a confronto con la complessit­à del cervello dei mammiferi. Il mio campo di ricerca è stato principalm­ente finanziato dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, che rimangono strategici per sostenere e portare avanti la ricerca volta a migliorare la salute».

L’incontro con il Nobel Rosbash è a ingresso libero fino ad esauriment­o dei posti disponibil­i.

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