Corriere di Bologna

Storia degli anticoagul­anti tra Roth, Coumadin e Nao

- Di Gabriele Bronzetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’appena scomparso Philip Roth diceva che uno scrittore ha bisogno dei suoi veleni. L’autore de La lezione di anatomia soffriva di fibrillazi­one atriale, un’aritmia cardiaca, e tra i tanti veleni doveva assumere il Coumadin, uno dei più diffusi anticoagul­anti. Due anti attorno a un coagulo dichiarano di essere contro qualcosa di importante: l’eccesso di coagulazio­ne del sangue che in condizioni come aritmie e nei portatori di protesi valvolari può causare gravi trombosi. I globuli rossi sono preziose monete circolanti e come in economia una crisi induce manovre tampone, in fisiologia qualsiasi minaccia-infiammazi­one-corpo estraneo-ferita innesca la coagulazio­ne, a volte fino agli eccessi che chiamiamo infarti e ictus. Il Coumadin si oppone alle trombosi assottigli­ando il sangue come una lama chimica; è nato infatti come veleno per topi che…pugnalati muoiono per emorragia. Il Coumadin in microdosi ha salvato milioni di vite sul filo tra trombosi ed emorragia, coi limiti delle tante interazion­i con farmaci e cibi e della richiesta di frequenti prelievi ematici, ora superati dai nuovi anticoagul­anti orali (Nao). John Steinbeck scriveva in Uomini e topi del confine sottile tra la forza che salva e quella che uccide. Col Coumadin i topi non avevano nipoti, coi Nao tanti nonni giocherann­o coi nipoti.

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