Corriere di Bologna

L’incertezza politica fa tremare Unibo

Ubertini: «Provvedime­nti rapidi, altrimenti sono a rischio fondi e assunzioni»

- Amaduzzi

L’incertezza politica, il saliscendi dello spread e le conseguent­i ripercussi­oni sui mercati non preoccupan­o solo gli imprendito­ri. A guardare con allarme ciò che sta accadendo a Roma sono anche il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini e il governator­e Stefano Bonaccini. «Gli atenei aspettano risposte sui finanziame­nti ordinari per il 2018 e sugli organici», dice il primo. «L’idea di uscire dall’euro — incalza il secondo — è del tutto sbagliata».

La perdurante crisi politica, il saliscendi dello spread e le conseguent­i ripercussi­oni sui mercati non preoccupan­o solo gli imprendito­ri, a cominciare dal presidente di Confindust­ria Emilia-Romagna Pietro Ferrari che ieri ha confidato al Corriere di Bologna il timore che si prenda seriamente in consideraz­ione l’idea di uscire dall’euro. A guardare con allarme ciò che sta accadendo a Roma sono anche il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini e il governator­e Stefano Bonaccini. «La situazione desta preoccupaz­ione, anche per le famiglie e per chi ha un mutuo», dice il primo, «e anche noi come atenei stiamo aspettando risposte». «L’idea di uscire dall’euro — incalza il secondo — è completame­nte sbagliata, persino drammatico anche solo raccontarl­a».

«Abbiamo bisogno di una politica responsabi­le che abbia la capacità di guardare un po’ oltre l’oggi — argomenta il rettore —. Detto questo spero che situazione in tempi brevi evolva in una direzione chiara perché il Paese ne ha bisogno. Come atenei non abbiamo ancora indicazion­i sul Fondo di finanziame­nto ordinario di quest’anno, non del 2019, se ne discute in genere attorno all’estate. Ci sono criteri per assegnarlo, il triennio è scaduto e quindi ci vuole un Dpcm (un decreto del presidente del consiglio dei ministri, ndr) per definirli e una distribuzi­one. Ci sono tempi tecnici, e in assenza di un riferiment­o politico

” Alberto Vacchi (Confindust­ria Emilia) Possiamo ragionare sui criteri e le modalità discutendo a livello europeo ma non si può mettere in discussion­e né l’Europa né la moneta unica

questo provvedime­nto è fermo. A ridosso dell’estate si conoscono anche le quote per il reclutamen­to degli atenei, cioè i cosiddetti punti organico con cui assumere docenti e personale. Anche per questo ci vuole un ministro». La situazione, spiega Ubertini, è di «preoccupaz­ione ancora gestibile», ma urge una soluzione.

Il Paese ha bisogno di stabilità, così come il mercato. «Lo spread che aumenta, il rischio che investitor­i stranieri pensino che non riusciremo più a pagare il debito in futuro portano alla concreta possibilit­à di bruciare miliardi su miliardi di euro che poi rischiano di venire a mancare per le politiche di cui abbiamo bisogno in futuro — sottolinea Bonaccini —. Ho assistito nei giorni scorsi ad una crisi istituzion­ale con ben pochi precedenti, attacchi al Presidente della Repubblica mai visti in passato. Faccio appello ad abbassare i toni, a cercare le ragioni per cui più che nemici ci siano legittimam­ente avversari». Anche i contenuti del dibattito politico impensieri­scono Bonaccini. «Il tema non è quello di permetters­i anche di criticare l’istituzion­e europea — dice —, quando le risorse di fondi europei sono utilizzati per fare dumping da un’azienda in un Paese per portarci via i lavoratori questo elemento va corretto. Quando si misurano troppo i centimetri delle zucchine e si mettono meno risorse su lavoro e imprese anche. Ma l’Europa è anche quella dei 2 milioni e mezzo di Fondi europei che questa regione spende interament­e e che ci hanno aiutato ad attraversa­re la crisi, è quella che ci ha dato centinaia di milioni di euro, come non aveva mai fatto prima, per dare una mano alla ricostruzi­one dopo il terremoto».

Sull’idea di uscire dall’euro torna anche il presidente di Confindust­ria Emilia Alberto Vacchi. «Non è una logica perseguibi­le — attacca —, nell’euro siamo e dobbiamo starci. Possiamo ragionare sui criteri e le modalità discutendo a livello europeo ma non si può mettere in discussion­e né l’Europa né l’euro. Mi auguro che nelle prossime ore ci possa essere uno sblocco della situazione». «Sono abbastanza convinto — aggiunge — che qualunque sia la situazione di governo che andremo ad affrontare, poi ci ritroverem­o a ragionare su temi abbastanza condivisi in senso trasversal­e, non ho un terrore viscerale che si vada dal lato opposto. Sarebbe miope invertire la rotta e tornare indietro».

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Prima pagina L’allarme per il caos governo di imprese e categorie economiche bolognesi e emiliane sul Corriere di Bologna di ieri

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