Corriere di Bologna

Difesa, ordine e più rotazioni La ricetta della Effe per ritrovarsi

La risalita parte dalla propria metà campo. Ma anche in attacco servono novità per battere Casale

- Enrico Schiavina

Più difesa, più ordine, più coinvolgim­ento dei gregari. Sono in estrema sintesi le tre cose che servono alla Fortitudo per evitare di andare al mare. Domani sera in gara 3 il rischio è grosso, contro una Casale Monferrato che arriverà a testa leggera, esaltata dal 2-0 che si è messa in tasca con merito (e magari pure con un pizzico di fortuna, che non guasta). Pensare che basti il fattore campo, che essendo già andata vicina a vincere in Piemonte l’Aquila a Bologna non possa perdere, sarebbe un grave errore. Perché è vero che il PalaDozza darà una bella mano (in tre anni di playoff di A2 siamo a 16 vittorie su 17, unica sconfitta contro Treviso l’anno scorso, ma sul 2-0), ma per venir fuori dalle difficoltà di questa serie serve qualcosa in più sul piano tecnico.

Più difesa

Finora in sei quarti su otto la Novipiù è andata oltre i 20 punti segnati, uniche due eccezioni il terzo quarto di gara 1 e il primo di gara 2. Se non allunga nel tempo la sua tenuta difensiva la Consultinv­est si espone inesorabil­mente a un’avversaria carica come Casale, che nei playoff sta correndo a 78,8 punti per gara. E che tira bene da tre (41% nella serie) non tanto perché ha grandi tiratori (discorso a parte Blizzard, che comunque a 38 anni non può essere sempre un fattore e infatti una l’ha giocata benissimo e l’altra così così) ma perché ha fiducia, buon giro palla, idee chiare, e non dà punti di riferiment­o. Male in particolar­e la prima linea, troppo spesso battuta, ma nessuno, a parte forse Gandini, ha fatto quel passo avanti difensivo necessario a questi livelli, se si vuol incassare meno di 85 e 82 punti.

Più ordine

Al PalaFerrar­is la Effe ha giocato due partite offensivam­ente discrete, ma la sensazione è che abbia vissuto più che altro del talento dei singoli: la superba serata di Mancinelli in gara 1, le giocate estemporan­ee di Italiano, Rosselli e Cinciarini in gara 2. E nei momenti chiave ha sempre fatto confusione. C’entra peraltro il solito punto debole della regia: Okereafor qualcosa dà ma sbaglia troppo a livello concettual­e, Fultz proprio non ne ha, Rosselli smazza tanti assist ma non sempre riesce a tenere le redini. Serve più ordine inteso anche come calma, che in certi passaggi caldi è venuta a mancare. Pozzecco in gara 1 ha platealmen­te battibecca­to con Rosselli, in gara 2 con Mancinelli, niente di grave, però sono segnali.

Più rotazioni

Tre giocatori una spanna sopra gli altri, ma alla Fortitudo continua a mancare il cast di supporto. Dalla panchina è sbucato in pratica solo Italiano in gara 2, i lunghi non si vedono mai, Amici è sparito. Non è chiaro se per colpa loro, o se è Pozzecco che non si fida più, comunque si finisce sempre a spremere i soliti tre, spesso oltre il limite. Un dato su tutti parla chiaro, quello dei punti dalla panchina: in due sere, 81-33 per Casale. Eppure i valori complessiv­i delle due squadre, seppur distribuit­i in modo diversissi­mo, sembrano molto vicini. In entrambe le partite sia i rossi che i blu hanno avuto +10 come vantaggio massimo, e tutte due sono finite all’ultimo tiro. Fa ancora in tempo a succedere di tutto.

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