«Lo stress genera sadismo nel personale poco preparato»
Giuseppe Ferrari
Cosa porta una persona a sfogarsi, arrabbiarsi fino a sviluppare forme di persecuzione nei confronti di persone fragili, ospiti della struttura nella quale appunto lavora? Lo abbiamo chiesto allo psicanalista Giuseppe Ferrari, direttore dell’Istituto Erich Fromm di Bologna.
Le persone che lavorano in queste strutture, destinate agli anziani o ai bambini, devono avere una particolare formazione?
«Certamente, deve essere personale competente, perché rapportarsi con le persone fragili è problematico. Spesso invece in queste strutture vengono reclutate persone che hanno perso il lavoro, che hanno fatto magari un corso non meglio qualificato, che sono in pensione».
La fragilità fa paura?
«Di per sé genera timore, perché si ritiene di non avere le competenze adeguate, si fa fatica a trovare l’approccio giusto con persone che hanno bisogni particolari. Questo porta al formarsi di gruppi vessatori, che si coalizzano emotivam ente. Uno dei pensieri può essere “faccio la notte e questi non devono scocciare, allora li imbottisco di farmaci, o li lego al letto”. Stando alle indagini sarebbe successo anche in questo caso».
Di fronte hanno soggetti, siano essi bambini o anziani, che non possono o non riescono a reagire: ha un peso anche questo?
«Di fronte hanno persone che hanno paura, temono, reagendo, di essere abbandonati. Pensano che “mettendosi contro” possono avere conseguenze nefaste. E così subiscono. La scarsa professionalità genera aggressività comportamentale e la mancanza del distacco emotivo tra ciò che si fa e le conseguenze dell’agire».
Incidono anche le condizioni di lavoro, la paga bassa, i ritmi di lavoro stressanti?
«Generano quel fenomeno di burnout, di stress professionale, causato dal contatto continuo con persone sofferenti. I bambini o gli anziani diventano odiati. L’altro diventa il rompiscatole che si lamenta sempre, che piange, che è depresso. La dinamica che si determina è di tipo sadico: l’altro mi fa paura, faccio fatica emotivamente ad accoglierlo e lo maltratto».
Insomma, è un mestiere nel quale non ci si improvvisa.
«Una formazione adeguata è fondamentale per poter lavorare con persone fragili. Solo così si pongono gli operatori nelle condizioni di poter lavorare bene. A livello territoriale l’Ausl bolognese pone grande attenzione verso le persone fragili e nella selezione di chi le segue».