Emilia fuori dai giochi I timori di Bonaccini
Bonaccini: nessun ministro dalla prima Regione d’Italia per crescita Già duello sull’autonomia. Sarà scontro su infrastrutture e vaccini
Non c’è nessun ministro bolognese ed emiliano nel nuovo governo Lega-Movimento Cinque Stelle. Si preoccupa anche il governatore Stefano Bonaccini pronto alle sfide su vaccini, infrastrutture. Primo duello sull’autonomia con il ministro Erika Stefani
Nasce il governo senza ministri bolognesi ed emiliani che porta un’intera classe dirigente di questa regione, protagonista di prima fila negli ultimi sette anni a Roma, all’opposizione. Certo, potrebbe esserci qualche notizia positiva che arriva dalla nomina dei sottosegretari ma il dato politico di fondo è inequivocabile. Per trovare un governo senza ministri emiliani bisogna tornare indietro all’esecutivo De Mita del 1988, trent’anni fa. Anche nei due governi successivi non c’era nessun ministro emiliano ma come sottosegretario alla presidenza del Consiglio c’era il ferrarese Nino Cristofori.
Si può però dire serenamente che era da molto tempo che l’Emilia non contava così poco. «Siamo la prima Regione per crescita e per export, con la disoccupazione tra le più basse nel Paese. E non c’è nessun ministro emiliano-romagnolo. Buongiorno» ha scritto ieri il governatore Stefano Bonaccini. Che poi ha fatto gli auguri al nuovo premier Giuseppe Conte: «Buon lavoro al governo e grazie a Paolo Gentiloni per la serietà, la competenza e la sobrietà con cui ha guidato il governo uscente».
Naturalmente non è solo una questione di prestigio, ma contare poco a Roma rischia di diventare un problema quando si parla di provvedimenti che si aspettano da tempo o fondi e finanziamenti. I due ministri che potrebbero rappresentare una minaccia per le politiche della Regione sono quello alla Salute, Giulia Grillo e quello alle Infrastrutture, Danilo Toninelli. La prima, grillina doc, è contraria ai vaccini obbligatori. E nei giorni scorsi ha detto che «ci vuole la persuasione perché con la coercizione ottiene l’effetto contrario». Bonaccini ha già detto che non tornerà indietro sul tema dei vaccini e manterrà l’obbligatorietà in Emilia. Ma il vero problema è la realizzazione del Passante di mezzo dopo la nomina a ministro delle Infrastrutture del grillino Danilo Toninelli visto che il movimento vuole bloccare l’opera.
In teoria le uniche buone notizie dovevano arrivare all’Emilia dal fronte dell’autonomia ma non è andata così.
«Se la neoministra agli affari regionali ha dichiarato che per prima cosa realizzerà l’autonomia di Lombardia e Veneto cominciamo male. Perché chi per prima firmò il percorso per la pre-intesa fu l’Emilia. Non ho dubbi che si correggerà». Può anche essere solo un’incomprensione perché a leggere il contratto di governo tra Lega e Cinque Stelle si parlava di concedere l’autonomia a tutti quelli che ne avevano fatto richiesta.
Il governatore è preoccupato ma mantiene l’aplomb istituzionale. Più libero di dire la sua il deputato Pd, Andrea De Maria («Quello che nasce è il governo più a destra della storia») che ieri era in piazza a Roma a manifestare con il Pd per la difesa della Costituzione. Un’iniziativa presa nei giorni in cui Di Maio aveva proposto l’impeachment per il presidente della Repubblica: qualche giorno fa, archeologia per la politica nell’anno del Signore 2018.