Corriere di Bologna

Emilia fuori dai giochi I timori di Bonaccini

Bonaccini: nessun ministro dalla prima Regione d’Italia per crescita Già duello sull’autonomia. Sarà scontro su infrastrut­ture e vaccini

- Olivio Romanini @olivioroma­nini

Non c’è nessun ministro bolognese ed emiliano nel nuovo governo Lega-Movimento Cinque Stelle. Si preoccupa anche il governator­e Stefano Bonaccini pronto alle sfide su vaccini, infrastrut­ture. Primo duello sull’autonomia con il ministro Erika Stefani

Nasce il governo senza ministri bolognesi ed emiliani che porta un’intera classe dirigente di questa regione, protagonis­ta di prima fila negli ultimi sette anni a Roma, all’opposizion­e. Certo, potrebbe esserci qualche notizia positiva che arriva dalla nomina dei sottosegre­tari ma il dato politico di fondo è inequivoca­bile. Per trovare un governo senza ministri emiliani bisogna tornare indietro all’esecutivo De Mita del 1988, trent’anni fa. Anche nei due governi successivi non c’era nessun ministro emiliano ma come sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio c’era il ferrarese Nino Cristofori.

Si può però dire serenament­e che era da molto tempo che l’Emilia non contava così poco. «Siamo la prima Regione per crescita e per export, con la disoccupaz­ione tra le più basse nel Paese. E non c’è nessun ministro emiliano-romagnolo. Buongiorno» ha scritto ieri il governator­e Stefano Bonaccini. Che poi ha fatto gli auguri al nuovo premier Giuseppe Conte: «Buon lavoro al governo e grazie a Paolo Gentiloni per la serietà, la competenza e la sobrietà con cui ha guidato il governo uscente».

Naturalmen­te non è solo una questione di prestigio, ma contare poco a Roma rischia di diventare un problema quando si parla di provvedime­nti che si aspettano da tempo o fondi e finanziame­nti. I due ministri che potrebbero rappresent­are una minaccia per le politiche della Regione sono quello alla Salute, Giulia Grillo e quello alle Infrastrut­ture, Danilo Toninelli. La prima, grillina doc, è contraria ai vaccini obbligator­i. E nei giorni scorsi ha detto che «ci vuole la persuasion­e perché con la coercizion­e ottiene l’effetto contrario». Bonaccini ha già detto che non tornerà indietro sul tema dei vaccini e manterrà l’obbligator­ietà in Emilia. Ma il vero problema è la realizzazi­one del Passante di mezzo dopo la nomina a ministro delle Infrastrut­ture del grillino Danilo Toninelli visto che il movimento vuole bloccare l’opera.

In teoria le uniche buone notizie dovevano arrivare all’Emilia dal fronte dell’autonomia ma non è andata così.

«Se la neoministr­a agli affari regionali ha dichiarato che per prima cosa realizzerà l’autonomia di Lombardia e Veneto cominciamo male. Perché chi per prima firmò il percorso per la pre-intesa fu l’Emilia. Non ho dubbi che si correggerà». Può anche essere solo un’incomprens­ione perché a leggere il contratto di governo tra Lega e Cinque Stelle si parlava di concedere l’autonomia a tutti quelli che ne avevano fatto richiesta.

Il governator­e è preoccupat­o ma mantiene l’aplomb istituzion­ale. Più libero di dire la sua il deputato Pd, Andrea De Maria («Quello che nasce è il governo più a destra della storia») che ieri era in piazza a Roma a manifestar­e con il Pd per la difesa della Costituzio­ne. Un’iniziativa presa nei giorni in cui Di Maio aveva proposto l’impeachmen­t per il presidente della Repubblica: qualche giorno fa, archeologi­a per la politica nell’anno del Signore 2018.

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 ??  ?? Contropart­e Danilo Toninelli, qui sopra, ministro delle Infrastrut­ture e Giulia Grillo, in basso a sinistra, ministro della salute, entrambi del Movimento Cinque Stelle. In alto a sinistra, Erika Stefani, ministro delle Autonomie, della Lega
Contropart­e Danilo Toninelli, qui sopra, ministro delle Infrastrut­ture e Giulia Grillo, in basso a sinistra, ministro della salute, entrambi del Movimento Cinque Stelle. In alto a sinistra, Erika Stefani, ministro delle Autonomie, della Lega
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