Vacchi, Palmieri, Storchi Cavalieri del lavoro
Due gioielli della meccatronica e dell’automazione, uno del fashion. Due brillanti griffe del listino borsistico milanese. Nomi importanti dell’universo confindustriale. I tre emiliani, Alberto Vacchi, Marco Palmieri e Fabio Storchi, nominati da Mattarella Cavalieri del lavoro, rappresentano al meglio l’eccellenza emiliano-romagnola. Storchi e Palmieri sono anche i fondatori della rispettive aziende, Comer Industries e Piquadro. Alberto Vacchi, classe 1964, è invece la seconda generazione della famiglia che ha legato le sue sorti al colosso del packaging Ima. Alberto è presidente dal 2007, quando prese il posto del padre Marco, ma guida il gruppo dal 1996. Quindi è l’assoluto protagonista della trionfale marcia in Borsa (quotata nel 1995, ha moltiplicato per sei la sua capitalizzazione) e sul mercato, più che raddoppiando utili e ricavi. Oggi ha un giro d’affari di 1.444,7 milioni, 5.600 dipendenti, esporta l’88% della produzione. «Ho appreso con soddisfazione della nomina — commenta —. La considero un riconoscimento all’intero gruppo. Ogni storia di successo non è mai individuale, ma è sempre il frutto del lavoro di tutte le persone che contribuiscono a ottenere questi risultati».
Se la nomina di Vacchi appare in qualche modo scontata visto anche il suo ruolo di rappresentanza (guida Confindustria Emilia Centro, seconda territoriale italiana dopo Assolombarda, e due anni fa fu sul punto di diventare il numero uno degli industriali italiani, sconfitto d’un soffio da Vincenzo Boccia) quella di Marco Palmieri può sorprendere chi non ne conosce la storia. Di un anno più giovane di Vacchi, di cui è grande amico ed estimatore («Apprezzo la sua disponibilità ad impegnarsi nel sociale e nella rappresentanza di categoria — dice —; sono molto orgoglioso di essere al suo fianco nel gruppo dei 25 nuovi Cavalieri del lavoro») fondò Piquadro poco più che ventenne nel suo paese d’origine, Gaggio Montano, pieno Appennino: «Una terra con vocazione prevalentemente meccanica e oggi, dopo il caso Saeco, ad altissimo rischio di deindustrializzazione». Anche per questo Palmieri si sente responsabile in prima persona dei 140 lavoratori (su 374 in Italia, 761 nel mondo) impiegati a Gaggio, dove ha concentrato «tutte le funzioni strategiche, quelle che non si possono mai delocalizzare: il
” Vacchi Ogni storia di successo non è mai individuale, ma è sempre il frutto del lavoro di un gruppo
” Palmieri Piquadro ha a Gaggio tutte le funzioni che non si possono delocalizzare, porterò qui Lancel e ne vado fiero, per me e per tutta la mia gente
design, il marketing, la finanza; competenze create dal nulla in un territorio che non aveva alcuna tradizione nella moda e nella pelletteria». Quotata in Borsa dal 2007, Piquadro ha fatturato l’anno scorso 98 milioni, con una crescita del 30% rispetto al 2016, grazie all’acquisizione del marchio fiorentino The Bridge. A giorni rileverà da Richemont la storica griffe parigina Maison Lancel. Fondata nel 1886, dal 1920 in Place dell’Operà con un negozio da mille metri quadrati, Lancel «tra breve avrà qui, fra queste montagne, il suo cervello: ne vado fiero, per me e per tutta la mia gente».
Anche il terzo neo Cavaliere Fabio Storchi, fondatore della Comer di Reggio Emilia, ha molto in comune con Vacchi e presto, stando alle voci, condividerà con i due colleghi i riflettori della Borsa. Ma per il grande pubblico è soprattutto l’ex presidente di Federmeccanica, firmatario di uno dei contratti più innovativi degli ultimi decenni. Varcati i 70 anni, è stato scelto dagli industriali reggiani per tornare a guidarli, 15 anni dopo il primo mandato.
La sua seconda vita in Confindustria coincide con una seconda vita da imprenditore. Lasciato il timone di Comer alle nuove generazioni (1.300 dipendenti, 80% di export, quasi 350 milioni di fatturato) si è buttato anima e corpo sull’azienda fondata dal cugino Aimone, Vimer Fastener, rilevandone il 55%. Vimer è una media azienda (250 dipendenti) ma super specializzata nei sistemi di fissaggio per motori ad alte prestazioni, che fornisce a tutta la Motor valley. Il tam tam di Borsa la indica come prossima debuttante a Piazza Affari. Lui si limita a dire: «Vediamo come evolverà la situazione politica». Intanto incassa con orgoglio il riconoscimento del Quirinale.