«Ospiti annientati per lucro»
Il gip: dal titolare delirio di onnipotenza, decideva su vita e morte Un anziano grave viene sedato e legato: i soccorsi solo dopo ore
S’indaga su una morte sospetta. Il legale della direttrice: «Sa di aver detto cose deprecabili»
” Il direttore Dici che ha l’ischemia? Meglio, così si cava dalle p... e mi fa un piacere Adesso dipende se voglio tenerlo al mondo o farlo morire del tutto Ma chi viene dentro paghi uguale eh
«Cosa succede se muore?». «Non lo so...dipende se voglio tenerlo al mondo o farlo morire del tutto». È il 22 marzo, a parlare così è Vanes Dani, titolare de Il Fiore di San Lazzaro, finito in carcere con l’accusa di maltrattamenti, lesioni personali aggravate, sequestro di persona, corruzione, esercizio abusivo della professione medica e falso. Quella sera uno degli ospiti ha un blocco renale e la dipendente Giuseppina De Simone, ora ai domiciliari, chiede il da farsi al titolare, che invece di chiamare i soccorsi le ordina di imbottire l’anziano di sedativi, poi inserisce un catetere e, insieme, lo legano al letto: per questo sono accusati di sequestro di persona. Il medico di base Mario Lunghini è presente ed è al corrente di tutto.
L’anziano riuscirà a liberarsi dai lacci solo alle 5 del mattino del giorno dopo, quando l’operatrice lo trova slegato e sanguinante ma passeranno altre 7 ore, con l’uomo ormai incosciente, prima che Dani chiami un’ambulanza perché attende che svaniscano i segni della contenzione fisica. Intanto falsifica la sua scheda.
Per il gip Aberto Ziroldi gli indagati «l’hanno condotto consapevolmente in concreto ed imminente pericolo di morte». Per il giudice Dani ha «un delirio di onnipotenza», che giunge a sublimare l’accanimento terapeutico in termini estremi arrogandosi il diritto di vita o di morte». Lunedì inizieranno gli interrogatori di garanzia. L’avvocato Alessandro Veronesi, legale della direttrice Dessì, spiega: «Sa di aver detto cose moralmente deprecabili ma è un lavoro stressante. Chiariremo».
Nell’inchiesta è indagato il medico Lunghini, che dopo l’interdizione decisa dal gip, ieri è stato sospeso anche dall’Ordine dei medici, con delibera del presidente Giancarlo Pizza. Il pm Augusto Borghini aveva chiesto gli arresti anche per lui, indagato per corruzione, lesioni e per aver indotto Dani e la compagna all’esercizio abusivo della professione consegnando loro timbri e ricette. Ma per il gip, nonostante abbia «accettato consapevolmente di abiurare alla funzione, nel pieno asservimento agli interessi economici privati» non sussistono ancora i gravi indizi di colpevolezza che dimostrino che abbia ricevuto soldi da Dani.
Su questo punto le indagini proseguono. Così come proseguono su una morte sospetta avvenuta nella struttura nell’ultimo anno. Intanto i sei pazienti sono stati ricollocati in altre strutture pubbliche. E a morte certa stava andando incontro anche un altro anziano sottoposto da mesi a dosi massicce di sedativi. Quando il 19 maggio i carabinieri che avevano piazzato le cimici sentono due operatrici dire che «a malapena respira», simulano un controllo e chiamano il 118. Dagli esami fatti al Sant’Orsola dove è ricoverato, risulta che aveva nel sangue dosi di benzodiazepine 25 oltre limiti massimi. Per il gip la «squallida e miserabile finalità» della casa famiglia era «ricavare il maggior lucro possibile dalle altrui sofferenze, attraverso l’annientamento totale, soprattutto farmacologico degli anziani pazienti».