Corriere di Bologna

Ciclofatto­rini, anche l’Ascom si accoda al boicottagg­io

- Francesca Candioli

Dalla richiesta di maggiori tutele al boicottagg­io il passo può essere breve. Se la «Carta dei diritti fondamenta­li dei lavoratori digitali nel contesto urbano», un documento costato mesi di incontri tra aziende, Comune e rider, non è riuscita a fare breccia tra gli interessi delle principali food delivery attive in città, da ieri, il giorno della mancata firma, si sono aperti nuovi scenari. E non solo tra le istituzion­i, rappresent­ate da un sindaco, Virginio Merola, che ha chiesto ai bolognesi di non ordinare da chi ha optato per la defezione, non aderendo alla Carta, ma anche tra i commercian­ti che spesso si avvalgono dei servizi offerti dai portali delle consegne a domicilio. Il boicottagg­io, paventato dal primo cittadino, deciso a far pubblicare sulle pagine web del Comune la lista di chi rispetta i diritti dei ciclofatto­rini e chi no, potrebbe dunque estendersi presto anche alle pizzerie e ai locali. A dirlo è la Confcommer­cio che in questi mesi si è impegnata a promuovere la Carta anche tra i propri associati, invitandol­i a verificare se le aziende con cui collaboran­o abbiano aderito o meno al patto voluto da Palazzo D’Accursio.

In caso contrario, l’appello dell’associazio­ne è quello di preferire chi ha sottoscrit­to l’impegno a garantire maggiori diritti ai rider.

Ma se nel frattempo le principali aziende, come Just Eat, Glovo, Deliveroo e Foodora, preferisco­no non rispondere al boicottagg­io, invitando le istituzion­i a pensare a normative uniformi a livello nazionale, c’è anche chi si muove per mettere nero su bianco una bozza di legge a Roma. La presentera­nno due parlamenta­ri bolognesi del Pd, Andrea De Maria e Gianluca Benamati, che porteranno sul tavolo di Luigi Di Maio, neo ministro del Lavoro, il tema. «L’iniziativa di Bologna — spiegano — è un riferiment­o importante per una battaglia di civiltà di grandissim­o valore. Sicurezza sul lavoro, equo compenso e libera attività sindacale sono diritti fondamenta­li».

Se ne faranno promotori De Maria e Benamati del Pd, pronti a sfidare il neo ministro del Lavoro Luigi Di Maio sul tema dei diritti dei rider

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